Dizionario Biblico
Questa locuzione identifica due tra i più grandi miracoli di Gesù (Mt 14:13-21; Mc 6:32-44; Lc 9:12-17; Gv 6:1-141) da Lui stesso, avallati (Mc 8:19-202). Il primo, presente in tutti gli Evangeli, e si è svolto in un luogo deserto nei pressi di Betsaida ove Gesù, mosso a compassione* dal coinvolgimento della folla, sfamò la moltitudine moltiplicando 5 pani d’orzo e 2 pesci. Con gli avanzi si riempirono 12 ceste. Il secondo, invece, riportato solo da Matteo (Mt 15:32-393) e da Marco (Mc 8:1-10%4&), pare si sia svolto alle fonti di Et-Tabgha nei pressi di Cafarnao, traendo l’alimento da 7 pani e alcuni pesciolini forniti da un giovane presente. Alla fine si contarono 7 canestri di rimasugli.
Matteo 14:13 Udito ciò, Gesù si ritirò di là in barca verso un luogo deserto, in disparte; le folle, saputolo, lo seguirono a piedi dalle città. 14:14 Gesù, smontato dalla barca, vide una gran folla; ne ebbe compassione e ne guarì gli ammalati. 14:15 Facendosi sera, i suoi discepoli si avvicinarono a lui e gli dissero: «Il luogo è deserto e l'ora è già passata; lascia dunque andare la folla nei villaggi a comprarsi da mangiare». 14:16 Ma Gesù disse loro: «Non hanno bisogno di andarsene; date loro voi da mangiare!» 14:17 Essi gli risposero: «Non abbiamo qui altro che cinque pani e due pesci». 14:18 Egli disse: «Portatemeli qua». 14:19 Dopo aver ordinato alla folla di accomodarsi sull'erba, prese i cinque pani e i due pesci e, alzati gli occhi verso il cielo, rese grazie; poi, spezzati i pani, li diede ai discepoli e i discepoli alla folla. 14:20 Tutti mangiarono e furono sazi; e si portarono via, dei pezzi avanzati, dodici ceste piene. 14:21 E quelli che avevano mangiato erano circa cinquemila uomini, oltre alle donne e ai bambini. Marco 6:32 Partirono dunque con la barca per andare in un luogo solitario in disparte. 6:33 Molti li videro partire e li riconobbero; e da tutte le città accorsero a piedi e giunsero là prima di loro. 6:34 Come Gesù fu sbarcato, vide una gran folla e ne ebbe compassione, perché erano come pecore che non hanno pastore; e si mise a insegnare loro molte cose. 6:35 Essendo già tardi, i discepoli gli si accostarono e gli dissero: «Questo luogo è deserto ed è già tardi; 6:36 lasciali andare, affinché vadano per le campagne e per i villaggi dei dintorni e si comprino qualcosa da mangiare». 6:37 Ma egli rispose: «Date loro voi da mangiare». Ed essi a lui: «Andremo noi a comprare del pane per duecento denari e daremo loro da mangiare?» 6:38 Egli domandò loro: «Quanti pani avete? Andate a vedere». Essi si accertarono e risposero: «Cinque, e due pesci». 6:39 Allora egli comandò loro di farli accomodare a gruppi sull'erba verde; 6:40 e si sedettero per gruppi di cento e di cinquanta. 6: 41 Poi Gesù prese i cinque pani e i due pesci, e, alzati gli occhi verso il cielo, benedisse e spezzò i pani, e li dava ai discepoli, affinché li distribuissero alla gente; e divise pure i due pesci fra tutti. 6:42 Tutti mangiarono e furono sazi, 6:43 e si portarono via dodici ceste piene di pezzi di pane, ed anche i resti dei pesci. 6:44 Quelli che avevano mangiato i pani erano cinquemila uomini. Luca 9:12 Or il giorno cominciava a declinare; e i dodici, avvicinatisi, gli dissero: «Lascia andare la folla, perché se ne vada per i villaggi e per le campagne vicine per trovarvi cena e alloggio, perché qui siamo in un luogo deserto». 9:13 Ma egli rispose: «Date loro voi da mangiare». Ed essi obiettarono: «Noi non abbiamo altro che cinque pani e due pesci; a meno che non andiamo noi a comprare dei viveri per tutta questa gente». 9:14 Perché c'erano cinquemila uomini. Ed egli disse ai suoi discepoli: «Fateli sedere a gruppi di una cinquantina». 9:15 E così li fecero accomodare tutti. 9:16 Poi Gesù prese i cinque pani e i due pesci, alzò lo sguardo al cielo e li benedisse, li spezzò e li diede ai suoi discepoli perché li distribuissero alla gente. 9:17 Tutti mangiarono a sazietà e dei pezzi avanzati si portarono via dodici ceste. Giovanni 6:1 Dopo queste cose Gesù se ne andò all'altra riva del mare di Galilea, cioè il mare di Tiberiade. 6:2 Una gran folla lo seguiva, perché vedeva i segni miracolosi che egli faceva sugli infermi. 6:3 Ma Gesù salì sul monte e là si pose a sedere con i suoi discepoli. 6:4 Or la Pasqua, la festa dei Giudei, era vicina. 6:5 Gesù dunque, alzati gli occhi e vedendo che una gran folla veniva verso di lui, disse a Filippo: «Dove compreremo del pane perché questa gente abbia da mangiare?» 6:6 Diceva così per metterlo alla prova; perché sapeva bene quello che stava per fare. 6:7 Filippo gli rispose: «Duecento denari di pani non bastano perché ciascuno ne riceva un pezzetto». 6:8 Uno dei suoi discepoli, Andrea, fratello di Simon Pietro, gli disse: 6:9 «C'è qui un ragazzo che ha cinque pani d'orzo e due pesci; ma che cosa sono per tanta gente?» 6:10 Gesù disse: «Fateli sedere». C'era molta erba in quel luogo. La gente dunque si sedette, ed erano circa cinquemila uomini. 6:11 Gesù, quindi, prese i pani e, dopo aver reso grazie, li distribuì alla gente seduta; lo stesso fece dei pesci, quanti ne vollero. 6:12 Quando furono saziati, disse ai suoi discepoli: «Raccogliete i pezzi avanzati, perché niente si perda». 6:13 Essi quindi li raccolsero e riempirono dodici ceste di pezzi che di quei cinque pani d'orzo erano avanzati a quelli che avevano mangiato. 6:14 La gente dunque, avendo visto il segno miracoloso che Gesù aveva fatto, disse: «Questi è certo il profeta che deve venire nel mondo». 6:15 Gesù, quindi, sapendo che stavano per venire a rapirlo per farlo re, si ritirò di nuovo sul monte, tutto solo.
Marco 8:19 Quando io spezzai i cinque pani per i cinquemila, quante ceste piene di pezzi raccoglieste?» Essi dissero: «Dodici». 8:20 «Quando spezzai i sette pani per i quattromila, quanti panieri pieni di pezzi raccoglieste?» Essi risposero: «Sette».
Matteo 15:32 Gesù, chiamati a sé i suoi discepoli, disse: «Io ho pietà di questa folla; perché già da tre giorni sta con me e non ha da mangiare; non voglio rimandarli digiuni, affinché non vengano meno per strada». 15:33 I discepoli gli dissero: «Dove potremmo trovare, in un luogo deserto, tanti pani da saziare una così gran folla?» 15:34 Gesù chiese loro: «Quanti pani avete?» Essi risposero: «Sette, e pochi pesciolini». 15:35 Allora egli ordinò alla folla di accomodarsi per terra. 15:36 Poi prese i sette pani e i pesci; e, dopo aver reso grazie, li spezzò e li diede ai discepoli, e i discepoli alla folla. 15:37 E tutti mangiarono e furono saziati; e, dei pezzi avanzati, si raccolsero sette panieri pieni. 15:38 Quelli che avevano mangiato erano quattromila uomini, senza contare le donne e i bambini. 15:39 E Gesù, dopo aver congedato la folla, salì nella barca e andò al paese di Magadan.
Marco 8:1 In quei giorni c'era di nuovo una folla grandissima, e poiché non avevano da mangiare, Gesù, chiamati a sé i discepoli, disse loro: 8:2 «Io ho pietà di questa gente; poiché da tre giorni sta con me e non ha da mangiare. 8:3 Se li rimando a casa digiuni, verranno meno per strada; perché alcuni di loro sono venuti da lontano». 8:4 I suoi discepoli gli risposero: «Come si potrebbe mai saziarli di pane qui, in un deserto?» 8:5 Egli domandò loro: «Quanti pani avete?» Essi dissero: «Sette». 8:6 Egli ordinò alla folla di accomodarsi per terra; e presi i sette pani, dopo aver reso grazie, li spezzò e diede ai discepoli perché li distribuissero alla folla; ed essi li distribuirono. 8:7 Avevano anche pochi pesciolini; ed egli, dopo aver detto la benedizione, comandò di distribuire anche quelli. 8:8 Tutti mangiarono e furono saziati; e dei pezzi avanzati si raccolsero sette panieri. 8:9 Erano circa quattromila persone. Poi Gesù li congedò. 8:10 E, subito, salito sulla barca con i suoi discepoli, andò dalle parti di Dalmanuta.
Quali le implicanze? Possiamo scorgervi un aspetto messianico in cui la folla riconosce in Gesù il profeta che “deve venire”, tant’è che volevano farlo re (Gv 6:151). Vi si può individuare un aspetto ecclesiale nella collaborazione e servizio degli apostoli quali futuri ministri del cibo spirituale e, infine, un aspetto eucaristico implicando Gv 6:26-592. Questo è un segno in cui non bisogna soffermarsi a guardare il miracolo in sè stesso, bensì colui che il miracolo indica, infatti Gesù scavalca quelle che sono le leggi della natura e dimostra quello che è il lavoro della provvidenza*, infatti, la generosità si riproduce; la condivisione moltiplica il dono e l’amore si autoalimenta. D’altronde non è il solo caso di moltiplicazione e lo vediamo alle nozze di Cana di Galilea (Gv 2:1-11)3. Il numero 7, nella Bibbia, rappresenta il numero della pienezza e della spiritualità, mentre il numero 12, oltre alle lunazioni dell’anno, rappresenta l’elezione del popolo di Dio.
Giovanni 6:15 Gesù, quindi, sapendo che stavano per venire a rapirlo per farlo re, si ritirò di nuovo sul monte, tutto solo.
-Giovanni 6:26 Gesù rispose loro: «In verità, in verità vi dico che voi mi cercate, non perché avete visto dei segni miracolosi, ma perché avete mangiato dei pani e siete stati saziati. 6:27 Adoperatevi non per il cibo che perisce, ma per il cibo che dura in vita eterna e che il Figlio dell'uomo vi darà; poiché su di lui il Padre, cioè Dio, ha apposto il proprio sigillo». 6:28 Essi dunque gli dissero: «Che dobbiamo fare per compiere le opere di Dio?» 6:29 Gesù rispose loro: «Questa è l'opera di Dio: che crediate in colui che egli ha mandato». 6:30 Allora essi gli dissero: «Quale segno miracoloso fai, dunque, perché lo vediamo e ti crediamo? Che operi? 6:31 I nostri padri mangiarono la manna nel deserto, come è scritto: "Egli diede loro da mangiare del pane venuto dal cielo"». 6:32 Gesù disse loro: «In verità, in verità vi dico che non Mosè vi ha dato il pane che viene dal cielo, ma il Padre mio vi dà il vero pane che viene dal cielo. 6:33 Poiché il pane di Dio è quello che scende dal cielo, e dà vita al mondo». 6:34 Essi quindi gli dissero: «Signore, dacci sempre di questo pane». 6:35 Gesù disse loro: «Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà più fame e chi crede in me non avrà mai più sete. 6:36 Ma io ve l'ho detto: "Voi mi avete visto, eppure non credete!" 6:37 Tutti quelli che il Padre mi dà verranno a me; e colui che viene a me, non lo caccerò fuori; 6:38 perché sono disceso dal cielo non per fare la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato. 6:39 Questa è la volontà di colui che mi ha mandato: che io non perda nessuno di quelli che egli mi ha dati, ma che li risusciti nell'ultimo giorno. 6:40 Poiché questa è la volontà del Padre mio: che chiunque contempla il Figlio e crede in lui, abbia vita eterna; e io lo risusciterò nell'ultimo giorno». 6:41 Perciò i Giudei mormoravano di lui perché aveva detto: «Io sono il pane che è disceso dal cielo». 6:42 Dicevano: «Non è costui Gesù, il figlio di Giuseppe, del quale conosciamo il padre e la madre? Come mai ora dice: "Io sono disceso dal cielo"?» 6:43 Gesù rispose loro: «Non mormorate tra di voi. 6:44 Nessuno può venire a me se non lo attira il Padre, che mi ha mandato; e io lo risusciterò nell'ultimo giorno. 6:45 È scritto nei profeti: "Saranno tutti istruiti da Dio". Chiunque ha udito il Padre e ha imparato da lui, viene a me. 6:46 Perché nessuno ha visto il Padre, se non colui che è da Dio; egli ha visto il Padre. 6:47 In verità, in verità vi dico: chi crede in me ha vita eterna. 6:48 Io sono il pane della vita. 6:49 I vostri padri mangiarono la manna nel deserto e morirono. 6:50 Questo è il pane che discende dal cielo, affinché chi ne mangia non muoia. 6:51 Io sono il pane vivente, che è disceso dal cielo; se uno mangia di questo pane vivrà in eterno; e il pane che io darò per la vita del mondo è la mia carne». 6:52 I Giudei dunque discutevano tra di loro, dicendo: «Come può costui darci da mangiare la sua carne?» 6:53 Perciò Gesù disse loro: «In verità, in verità vi dico che se non mangiate la carne del Figlio dell'uomo e non bevete il suo sangue, non avete vita in voi. 6:54 Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha vita eterna; e io lo risusciterò nell'ultimo giorno. 6:55 Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue è vera bevanda. 6:56 Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue dimora in me, e io in lui. 6:57 Come il Padre vivente mi ha mandato e io vivo a motivo del Padre, così chi mi mangia vivrà anch'egli a motivo di me. 6:58 Questo è il pane che è disceso dal cielo; non come quello che i padri mangiarono e morirono; chi mangia di questo pane vivrà in eterno». 6:59 Queste cose disse Gesù, insegnando nella sinagoga di Capernaum.
Giovanni 2:1 Tre giorni dopo, ci fu una festa nuziale in Cana di Galilea, e c'era la madre di Gesù. 2:2 E Gesù pure fu invitato con i suoi discepoli alle nozze. 2:3 Venuto a mancare il vino, la madre di Gesù gli disse: «Non hanno più vino». 2:4 Gesù le disse: «Che c'è fra me e te, o donna? L'ora mia non è ancora venuta». 2:5 Sua madre disse ai servitori: «Fate tutto quel che vi dirà». 2:6 C'erano là sei recipienti di pietra, del tipo adoperato per la purificazione dei Giudei, i quali contenevano ciascuno due o tre misure. 2:7 Gesù disse loro: «Riempite d'acqua i recipienti». Ed essi li riempirono fino all'orlo. 2:8 Poi disse loro: «Adesso attingete e portatene al maestro di tavola». Ed essi gliene portarono. 2:9 Quando il maestro di tavola ebbe assaggiato l'acqua che era diventata vino (egli non ne conosceva la provenienza, ma la sapevano bene i servitori che avevano attinto l'acqua), chiamò lo sposo e gli disse: 2:10 «Ognuno serve prima il vino buono; e quando si è bevuto abbondantemente, il meno buono; tu, invece, hai tenuto il vino buono fino ad ora». 2:11 Gesù fece questo primo dei suoi segni miracolosi in Cana di Galilea, e manifestò la sua gloria, e i suoi discepoli credettero in lui.
Il Monarchianismo (modalisti) era un movimento teologico cristiano sorto in Asia Minore tra il II e III secolo che riconosceva Dio come un’unica persona (in forma di Padre nella creazione, di Figlio in terra, nella redenzione e di Spirito Santo nella santificazione) rinnegando, quindi, il concetto di Trinità e la natura divina di Cristo. Furono contemporanei degli Alogi ed ebbero anch’essi come avversari il teologo cristiano Tertulliano (155 – 222 d.C.) il teologo Ippolito di Roma (170 – 235 d.C.); il padre della chiesa Dionisio di Alessandria (190 – 265 d.C.) e il teologo greco Origene (185 – 254 d.C.). Vedi Modalismo*
Il monergismo, fortemente sostenuto dal teologo e vescovo romano Agostino da Ippona (354 - 430) di origine berbera, nella sua lotta contro il sinergismo pelagiano, è una dottrina teologica che sostiene come sia lo Spirito Santo ad agire attraverso la predicazione della Parola, il solo agente della salvezza nella nuova nascita, poiché l’uomo è assolutamente incapace di tendere alla santità e quindi alla propria rigenerazione. (Ef 2:3:101). Tale concetto sarà la base dei riformatori del XVI secolo. Vedi Pelagianesimo*
Efesini 2:3 Nel numero dei quali anche noi tutti vivevamo un tempo, secondo i desideri della nostra carne, ubbidendo alle voglie della carne e dei nostri pensieri; ed eravamo per natura figli d'ira, come gli altri. 2:4 Ma Dio, che è ricco in misericordia, per il grande amore con cui ci ha amati, 2:5 anche quando eravamo morti nei peccati, ci ha vivificati con Cristo (è per grazia che siete stati salvati), 2:6 e ci ha risuscitati con lui e con lui ci ha fatti sedere nel cielo in Cristo Gesù, 2:7 per mostrare nei tempi futuri l'immensa ricchezza della sua grazia, mediante la bontà che egli ha avuta per noi in Cristo Gesù. 2:8 Infatti è per grazia che siete stati salvati, mediante la fede; e ciò non viene da voi; è il dono di Dio. 2:9 Non è in virtù di opere affinché nessuno se ne vanti; 2:10 infatti siamo opera sua, essendo stati creati in Cristo Gesù per fare le opere buone, che Dio ha precedentemente preparate affinché le pratichiamo.
Prima dell’esilio babilonese il commercio aveva, come contropartita l’oro (Ge 24:22; 1 R 10:14-17; 2 R 5:1-7; 1 Cr 21:21-251) e l’argento (Ge 37:28; Gc 16:5; 2 R 6:25; 2 R 6:25; Ca 8:112). Solo dopo il rientro si utilizzarono le prime monete, specie la dracma greca (Ne 7:70-72; Lc 15:8-93) e, di seguito, anche quelle romane (Lc 20:24-25; Mt 22:17-214) più valute potevano aver corso ma per ciò che coinvolgeva il Tempio, la sola valida era quella giudaica. Le pezzature da 1 e 2 lepton erano, praticamente, gli spiccioli; il siclo d’argento del Tempio, era l’unità monetaria (Mt 26:15; 27:3, 95).
Genesi 24:22 Quando i cammelli ebbero finito di bere, l'uomo prese un anello d'oro del peso di mezzo siclo, e due braccialetti del peso di dieci sicli d'oro, per i polsi di lei, e disse: 1Re 10:14 Il peso dell'oro che giungeva ogni anno a Salomone era di seicentosessantasei talenti, 10:15 oltre a quello che egli percepiva dai mercanti, dal traffico dei negozianti, da tutti i re d'Arabia e dai governatori del paese. 10:16 Il re Salomone fece fare duecento grandi scudi d'oro battuto, per ognuno dei quali impiegò seicento sicli d'oro, 10:17 e trecento scudi d'oro battuto più piccoli, per ognuno dei quali impiegò tre mine d'oro; e il re li mise nella casa detta «Foresta del Libano». Re 5:1 Naaman, capo dell'esercito del re di Siria, era un uomo tenuto in grande stima e onore presso il suo signore, perché per mezzo di lui il SIGNORE aveva reso vittoriosa la Siria; ma quest'uomo, forte e coraggioso, era lebbroso. 5:2 Alcune bande di Siri, in una delle loro incursioni, avevano portato prigioniera dal paese d'Israele una ragazza che era passata al servizio della moglie di Naaman. 5:3 La ragazza disse alla sua padrona: «Oh, se il mio signore potesse presentarsi al profeta che sta a Samaria! Egli lo libererebbe dalla sua lebbra!» 5:4 Naaman andò dal suo signore, e gli riferì la cosa, dicendo: «Quella ragazza del paese d'Israele ha detto così e così». 5:5 Il re di Siria gli disse: «Ebbene, va'; io manderò una lettera al re d'Israele». Egli dunque partì, prese con sé dieci talenti d'argento, seimila sicli d'oro, e dieci cambi di vestiario;5:6 e portò al re d'Israele la lettera, che diceva: «Quando questa lettera ti sarà giunta, saprai che ti mando Naaman, mio servitore, perché tu lo guarisca dalla sua lebbra». 5:7 Appena il re d'Israele lesse la lettera, si stracciò le vesti, e disse: «Io sono forse Dio, con il potere di far morire e vivere, ché costui mi chieda di guarire un uomo dalla lebbra? È cosa certa ed evidente che egli cerca pretesti contro di me». 1Cronache 21:21 Quando Davide giunse presso Ornan, Ornan guardò, e vide Davide; e, uscito dall'aia, si prostrò davanti a Davide con la faccia a terra. 21:22 Allora Davide disse a Ornan: «Dammi il terreno di quest'aia, perché io vi costruisca un altare al SIGNORE; dammelo per tutto il prezzo che vale, affinché il flagello cessi d'infierire sul popolo». 21:23 Ornan disse a Davide: «Prendilo, e il re, mio signore, faccia quello che pare bene ai suoi occhi; guarda, io ti do i buoi per gli olocausti, gli attrezzi per trebbiare come legna, e il grano per l'offerta; tutto ti do». 21:24 Ma il re Davide disse a Ornan: «No, io comprerò da te queste cose per il loro intero prezzo; poiché io non offrirò al SIGNORE ciò che è tuo, né offrirò un olocausto che non mi costi nulla». 21:25 E Davide diede a Ornan come prezzo del luogo il peso di seicento sicli d'oro;
Genesi 37:28 Come quei mercanti madianiti passavano, essi tirarono su Giuseppe, lo fecero salire dalla cisterna, e lo vendettero per venti sicli d'argento a quegl'Ismaeliti. Questi condussero Giuseppe in Egitto. Giudici 16:5 I prìncipi dei Filistei salirono da lei e le dissero: «Tentalo, e vedi da dove viene quella sua gran forza, e come potremmo prevalere contro di lui per giungere a legarlo e a domarlo; e ti daremo ciascuno millecento sicli d'argento». 2Re 6:25 Ci fu una grande carestia in Samaria, e i Siri l'assediarono in modo tale che una testa d'asino la si vendeva a ottanta sicli d'argento, e il quarto d'un cab di sterco di colombi, a cinque sicli d'argento. Cantico 8:11 Salomone aveva una vigna a Baal-Amon; egli affidò la vigna a dei guardiani, ognuno dei quali portava, come frutto, mille sicli d'argento.
Neemia 7:70 Alcuni dei capi famiglia offrirono dei doni per l'opera. Il governatore diede al tesoro mille dracme d'oro, cinquanta coppe, cinquecentotrenta vesti sacerdotali. 7:71 Tra i capi famiglia ce ne furono che diedero al tesoro dell'opera ventimila dracme d'oro e duemiladuecento mine d'argento. 7:72 Il resto del popolo diede ventimila dracme d'oro, duemila mine d'argento e sessantasette vesti sacerdotali. Luca 16:8 E il padrone lodò il fattore disonesto perché aveva agito con avvedutezza; poiché i figli di questo mondo, nelle relazioni con quelli della loro generazione, sono più avveduti dei figli della luce. 16:9 E io vi dico: fatevi degli amici con le ricchezze ingiuste; perché quando esse verranno a mancare, quelli vi ricevano nelle dimore eterne.
Luca 20:24 «Mostratemi un denaro; di chi porta l'effigie e l'iscrizione?» Ed essi dissero: «Di Cesare». 20:25 Ed egli a loro: «Rendete dunque a Cesare quello che è di Cesare, e a Dio quello che è di Dio». Matteo 22:17 Dicci dunque: Che te ne pare? È lecito, o no, pagare il tributo a Cesare?» 22:18 Ma Gesù, conoscendo la loro malizia, disse: «Perché mi tentate, ipocriti? 22:19 Mostratemi la moneta del tributo». Ed essi gli porsero un denaro. 22:20 Ed egli domandò loro: «Di chi è questa effigie e questa iscrizione?» 22:21 Gli risposero: «Di Cesare». E Gesù disse loro: «Rendete dunque a Cesare quello che è di Cesare, e a Dio quello che è di Dio».
Matteo 26:15 e disse loro: «Che cosa siete disposti a darmi, se io ve lo consegno?» Ed essi gli fissarono trenta sicli d'argento. Matteo 27:3 Allora Giuda, che l'aveva tradito, vedendo che Gesù era stato condannato, si pentì, e riportò i trenta sicli d'argento ai capi dei sacerdoti e agli anziani, Matteo 27:9 Allora si adempì quello che era stato detto dal profeta Geremia: «E presero i trenta sicli d'argento, il prezzo di colui che era stato venduto, come era stato valutato dai figli d'Israele,
Gli imperi tolemaico e seleucida (III e II secolo a.C.) diffusero l’ellenizzazione della Giudea e della Palestina favorendo il circolo della moneta greca. L’unità monetaria era la dracma (At 19:13-191) dal peso e valore variabili secondo i luoghi; didramma = 2 dracme (Mt 17:24-272); statere = 4 dracme; 25 dracme; mina = 100 dracme (Lc 19:12-263); talento = 60 mine (Mt 25:14-28; Mc 12:154).
Atti 19:13 Or alcuni esorcisti itineranti giudei tentarono anch'essi d'invocare il nome del Signore Gesù su quelli che avevano degli spiriti maligni, dicendo: «Io vi scongiuro, per quel Gesù che Paolo annunzia». 19:14 Quelli che facevano questo erano sette figli di un certo Sceva, ebreo, capo sacerdote. 19:15 Ma lo spirito maligno rispose loro: «Conosco Gesù, e so chi è Paolo; ma voi chi siete?» 19:16 E l'uomo che aveva lo spirito maligno si scagliò su due di loro; e li trattò in modo tale che fuggirono da quella casa, nudi e feriti. 19:17 Questo fatto fu risaputo da tutti, Giudei e Greci, che abitavano a Efeso; e tutti furono presi da timore, e il nome del Signore Gesù era esaltato. 19:18 Molti di quelli che avevano creduto venivano a confessare e a dichiarare le cose che avevano fatte. 19:19 Fra quanti avevano esercitato le arti magiche molti portarono i loro libri, e li bruciarono in presenza di tutti; e, calcolatone il prezzo, trovarono che era di cinquantamila dramme d'argento.
Matteo 17:24 Quando furono giunti a Capernaum, quelli che riscotevano le didramme si avvicinarono a Pietro e dissero: «Il vostro maestro non paga le didramme?» 17:25 Egli rispose: «Sì». Quando fu entrato in casa, Gesù lo prevenne e gli disse: «Che te ne pare, Simone? I re della terra da chi prendono i tributi o l'imposta? Dai loro figli o dagli stranieri?» 17:26«Dagli stranieri», rispose Pietro. Gesù gli disse: «I figli, dunque, ne sono esenti. 17:27 Ma, per non scandalizzarli, va' al mare, getta l'amo e prendi il primo pesce che verrà su. Aprigli la bocca: troverai uno statère. Prendilo, e dàllo loro per me e per te».
Luca 19:12 Disse dunque: «Un uomo nobile se ne andò in un paese lontano per ricevere l'investitura di un regno e poi tornare. 19:13 Chiamati a sé dieci suoi servi, diede loro dieci mine e disse loro: "Fatele fruttare fino al mio ritorno". 19:14Or i suoi concittadini l'odiavano e gli mandarono dietro degli ambasciatori per dire: "Non vogliamo che costui regni su di noi".19:15 Quando egli fu tornato, dopo aver ricevuto l'investitura del regno, fece venire quei servi ai quali aveva consegnato il denaro, per sapere quanto ognuno avesse guadagnato mettendolo a frutto. 19:16 Si presentò il primo e disse: "Signore, la tua mina ne ha fruttate altre dieci". 19:17 Il re gli disse: "Va bene, servo buono; poiché sei stato fedele nelle minime cose, abbi potere su dieci città". 19:18 Poi venne il secondo, dicendo: "La tua mina, Signore, ha fruttato cinque mine". 19:19 Egli disse anche a questo: "E tu sii a capo di cinque città". 19:20 Poi ne venne un altro che disse: "Signore, ecco la tua mina che ho tenuta nascosta in un fazzoletto, 19:21 perché ho avuto paura di te che sei uomo duro; tu prendi quello che non hai depositato, e mieti quello che non hai seminato". 19:22 Il re gli disse: "Dalle tue parole ti giudicherò, servo malvagio! Tu sapevi che io sono un uomo duro, che prendo quello che non ho depositato e mieto quello che non ho seminato; 19:23perché non hai messo il mio denaro in banca, e io, al mio ritorno, lo avrei riscosso con l'interesse?" 19:24 Poi disse a coloro che erano presenti: "Toglietegli la mina e datela a colui che ha dieci mine". 19:25 Essi gli dissero: "Signore, egli ha dieci mine!" 19:26 "Io vi dico che a chiunque ha sarà dato; ma a chi non ha sarà tolto anche quello che ha.
Matteo 25:14 «Poiché avverrà come a un uomo il quale, partendo per un viaggio, chiamò i suoi servi e affidò loro i suoi beni. 25:15 A uno diede cinque talenti, a un altro due e a un altro uno, a ciascuno secondo la sua capacità; e partì. 25:16Subito, colui che aveva ricevuto i cinque talenti andò a farli fruttare, e ne guadagnò altri cinque. 25:17 Allo stesso modo, quello dei due talenti ne guadagnò altri due. 25:18 Ma colui che ne aveva ricevuto uno, andò a fare una buca in terra e vi nascose il denaro del suo padrone. 25:19 Dopo molto tempo, il padrone di quei servi ritornò a fare i conti con loro. 25:20Colui che aveva ricevuto i cinque talenti venne e presentò altri cinque talenti, dicendo: "Signore, tu mi affidasti cinque talenti: ecco, ne ho guadagnati altri cinque". 25:21 Il suo padrone gli disse: "Va bene, servo buono e fedele; sei stato fedele in poca cosa, ti costituirò sopra molte cose; entra nella gioia del tuo Signore". 25:22 Poi, si presentò anche quello dei due talenti e disse: "Signore, tu mi affidasti due talenti; ecco, ne ho guadagnati altri due". 25:23 Il suo padrone gli disse: "Va bene, servo buono e fedele, sei stato fedele in poca cosa, ti costituirò sopra molte cose; entra nella gioia del tuo Signore". 25:24 Poi si avvicinò anche quello che aveva ricevuto un talento solo, e disse: "Signore, io sapevo che tu sei un uomo duro, che mieti dove non hai seminato e raccogli dove non hai sparso; 25:25 ho avuto paura e sono andato a nascondere il tuo talento sotto terra; eccoti il tuo". 25:26 Il suo padrone gli rispose: "Servo malvagio e fannullone, tu sapevi che io mieto dove non ho seminato e raccolgo dove non ho sparso; 25:27 dovevi dunque portare il mio denaro dai banchieri; al mio ritorno avrei ritirato il mio con l'interesse. 25:28 Toglietegli dunque il talento e datelo a colui che ha i dieci talenti. Marco 12:15 Ma egli, conoscendo la loro ipocrisia, disse loro: «Perché mi tentate? Portatemi un denaro, ché io lo veda».
Pompeo nel 63 a.C. annette la Palestina all’impero romano dando luogo a una forte penetrazione della sua moneta. L’unità monetaria era il denaro d’argento. I sottomultipli erano: quadrante; asse = 4 quadranti; denaro = 16 assi (Mt 20:1-141); 2 denari (Lc 7:41-43; 10:30-372); 4 denari; 1 aureo = 25 denari; 4 aurei = 100 denari (Mt 18:23-333); 240 aurei = 6000 denari.
Matteo 20:1 «Il regno dei cieli è simile a un padron di casa, il quale, sul far del giorno, uscì a prendere a giornata degli uomini per lavorare la sua vigna. 20:2 Si accordò con i lavoratori per un denaro al giorno e li mandò nella sua vigna. 20:3Uscì di nuovo verso l'ora terza, ne vide altri che se ne stavano sulla piazza disoccupati, 20:4 e disse loro: "Andate anche voi nella vigna e vi darò quello che sarà giusto". Ed essi andarono. 20:5 Poi, uscito ancora verso la sesta e la nona ora, fece lo stesso. 20:6 Uscito verso l'undicesima, ne trovò degli altri in piazza e disse loro: "Perché ve ne state qui tutto il giorno inoperosi?" 20:7 Essi gli dissero: "Perché nessuno ci ha presi a giornata". Egli disse loro: "Andate anche voi nella vigna".20:8 Fattosi sera, il padrone della vigna disse al suo fattore: "Chiama i lavoratori e dà loro la paga, cominciando dagli ultimi fino ai primi". 20:9 Allora vennero quelli dell'undicesima ora e ricevettero un denaro ciascuno. 20:10 Venuti i primi, pensavano di ricever di più; ma ebbero anch'essi un denaro per ciascuno. 20:11 Perciò, nel riceverlo, mormoravano contro il padrone di casa dicendo: 20:12 "Questi ultimi hanno fatto un'ora sola e tu li hai trattati come noi che abbiamo sopportato il peso della giornata e sofferto il caldo". 20:13 Ma egli, rispondendo a uno di loro, disse: "Amico, non ti faccio alcun torto; non ti sei accordato con me per un denaro? 20:14 Prendi il tuo e vattene; ma io voglio dare a quest'ultimo quanto a te.
Luca 7:41 «Un creditore aveva due debitori; l'uno gli doveva cinquecento denari e l'altro cinquanta. 7:42 E poiché non avevano di che pagare condonò il debito a tutti e due. Chi di loro dunque lo amerà di più?» 7:43 Simone rispose: «Ritengo sia colui al quale ha condonato di più». Gesù gli disse: «Hai giudicato rettamente». Luca 10:30 Gesù rispose: «Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gerico, e s'imbatté nei briganti che lo spogliarono, lo ferirono e poi se ne andarono, lasciandolo mezzo morto. 10:31 Per caso un sacerdote scendeva per quella stessa strada; e lo vide, ma passò oltre dal lato opposto. 10:32 Così pure un Levita, giunto in quel luogo, lo vide, ma passò oltre dal lato opposto. 10:33 Ma un samaritano che era in viaggio, passandogli accanto, lo vide e ne ebbe pietà; 10:34 avvicinatosi, fasciò le sue piaghe, versandovi sopra olio e vino; poi lo mise sulla propria cavalcatura, lo condusse a una locanda e si prese cura di lui. 10:35 Il giorno dopo, presi due denari, li diede all'oste e gli disse: "Prenditi cura di lui; e tutto ciò che spenderai di più, te lo rimborserò al mio ritorno". 10:36 Quale di questi tre ti pare essere stato il prossimo di colui che s'imbatté nei ladroni?» 10:37 Quegli rispose: «Colui che gli usò misericordia». Gesù gli disse: «Va', e fa' anche tu la stessa cosa».
Matteo 18:23 Perciò il regno dei cieli è simile a un re che volle fare i conti con i suoi servi. 18:24 Avendo cominciato a fare i conti, gli fu presentato uno che era debitore di diecimila talenti. 18:25 E poiché quello non aveva i mezzi per pagare, il suo signore comandò che fosse venduto lui con la moglie e i figli e tutto quanto aveva, e che il debito fosse pagato. 18:26 Perciò il servo, gettatosi a terra, gli si prostrò davanti, dicendo: "Abbi pazienza con me e ti pagherò tutto". 18:27 Il signore di quel servo, mosso a compassione, lo lasciò andare e gli condonò il debito. 18:28 Ma quel servo, uscito, trovò uno dei suoi conservi che gli doveva cento denari; e, afferratolo, lo strangolava, dicendo: "Paga quello che devi!" 18:29 Perciò il conservo, gettatosi a terra, lo pregava dicendo: "Abbi pazienza con me, e ti pagherò". 18:30 Ma l'altro non volle; anzi andò e lo fece imprigionare, finché avesse pagato il debito. 18:31 I suoi conservi, veduto il fatto, ne furono molto rattristati e andarono a riferire al loro signore tutto l'accaduto. 18:32 Allora il suo signore lo chiamò a sé e gli disse: "Servo malvagio, io ti ho condonato tutto quel debito, perché tu me ne supplicasti; 18:33 non dovevi anche tu aver pietà del tuo conservo, come io ho avuto pietà di te?"
Il monismo è un concetto filosofico e teologico che accentra in un unico principio ontologico tutte le molteplicità apparenti delle esperienze dell’essere nella realtà. È un concetto tipico delle filosofie orientali (specie induismo e buddismo) che ricusa ogni concezione pluralistica. Sostanzialmente si suddivide in tre branchie: 1) il materialismo (tutto ciò che è un processo fisico è realtà); 2) l’idealismo (solo l’aspetto mentale è realtà), 3) il monismo neutro (racchiude l’aspetto fisico e mentale in una non meglio identificata forma di energia). Il filosofo tedesco Christian Wolff (1679 – 1754), pur basandosi sugli enunciati del filosofo greco Parmenide di Elea (V sec. a.C.), ne è l’autore più significativo. Per il cristianesimo, il monismo non rende possibile la distinzione tra Creatore e creazione (Ge capp. 1 e 21), tra corpo e anima, tra spirito e materia (Ge 2:72) e, anche se vi sono aspetti positivi nell’idealismo*, il tutto si risolve in una netta eresia.
Genesi 1:1 Nel principio Dio creò i cieli e la terra. 1:2 La terra era informe e vuota, le tenebre coprivano la faccia dell'abisso e lo Spirito di Dio aleggiava sulla superficie delle acque. 1:3 Dio disse: «Sia luce!» E luce fu. 1:4 Dio vide che la luce era buona; e Dio separò la luce dalle tenebre. 1:5 Dio chiamò la luce «giorno» e le tenebre «notte». Fu sera, poi fu mattina: primo giorno. 1:6 Poi Dio disse: «Vi sia una distesa tra le acque, che separi le acque dalle acque». 1:7 Dio fece la distesa e separò le acque che erano sotto la distesa dalle acque che erano sopra la distesa. E così fu. 1:8 Dio chiamò la distesa «cielo». Fu sera, poi fu mattina: secondo giorno. 1:9 Poi Dio disse: «Le acque che sono sotto il cielo siano raccolte in un unico luogo e appaia l'asciutto». E così fu. 1:10 Dio chiamò l'asciutto «terra», e chiamò la raccolta delle acque «mari». Dio vide che questo era buono. 1:11 Poi Dio disse: «Produca la terra della vegetazione, delle erbe che facciano seme e degli alberi fruttiferi che, secondo la loro specie, portino del frutto avente in sé la propria semenza, sulla terra». E così fu. 1:12 La terra produsse della vegetazione, delle erbe che facevano seme secondo la loro specie e degli alberi che portavano del frutto avente in sé la propria semenza, secondo la loro specie. Dio vide che questo era buono. 1:13 Fu sera, poi fu mattina: terzo giorno. 1:14 Poi Dio disse: «Vi siano delle luci nella distesa dei cieli per separare il giorno dalla notte; siano dei segni per le stagioni, per i giorni e per gli anni; 1:15 facciano luce nella distesa dei cieli per illuminare la terra». E così fu. 1:16 Dio fece le due grandi luci: la luce maggiore per presiedere al giorno e la luce minore per presiedere alla notte; e fece pure le stelle. 1:17 Dio le mise nella distesa dei cieli per illuminare la terra, 1:18 per presiedere al giorno e alla notte e separare la luce dalle tenebre. Dio vide che questo era buono. 1:19 Fu sera, poi fu mattina: quarto giorno. 1:20 Poi Dio disse: «Producano le acque in abbondanza esseri viventi, e volino degli uccelli sopra la terra per l'ampia distesa del cielo». 1:21 Dio creò i grandi animali acquatici e tutti gli esseri viventi che si muovono, e che le acque produssero in abbondanza secondo la loro specie, e ogni volatile secondo la sua specie. Dio vide che questo era buono. 1:22 Dio li benedisse dicendo: «Crescete, moltiplicatevi e riempite le acque dei mari, e si moltiplichino gli uccelli sulla terra». 1:23 Fu sera, poi fu mattina: quinto giorno. 1:24 Poi Dio disse: «Produca la terra animali viventi secondo la loro specie: bestiame, rettili e animali selvatici della terra, secondo la loro specie». E così fu. 1:25 Dio fece gli animali selvatici della terra secondo le loro specie, il bestiame secondo le sue specie e tutti i rettili della terra secondo le loro specie. Dio vide che questo era buono. 1:26 Poi Dio disse: «Facciamo l'uomo a nostra immagine, conforme alla nostra somiglianza, e abbiano dominio sui pesci del mare, sugli uccelli del cielo, sul bestiame, su tutta la terra e su tutti i rettili che strisciano sulla terra». 1:27 Dio creò l'uomo a sua immagine; lo creò a immagine di Dio; li creò maschio e femmina. 1:28 Dio li benedisse; e Dio disse loro: «Siate fecondi e moltiplicatevi; riempite la terra, rendetevela soggetta, dominate sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo e sopra ogni animale che si muove sulla terra». 1:29 Dio disse: «Ecco, io vi do ogni erba che fa seme sulla superficie di tutta la terra, e ogni albero fruttifero che fa seme; questo vi servirà di nutrimento. 1:30 A ogni animale della terra, a ogni uccello del cielo e a tutto ciò che si muove sulla terra e ha in sé un soffio di vita, io do ogni erba verde per nutrimento». E così fu. 1:31 Dio vide tutto quello che aveva fatto, ed ecco, era molto buono. Fu sera, poi fu mattina: sesto giorno. Genesi 2:1 Così furono compiuti i cieli e la terra e tutto l'esercito loro. 2:2 Il settimo giorno, Dio compì l'opera che aveva fatta, e si riposò il settimo giorno da tutta l'opera che aveva fatta. 2:3 Dio benedisse il settimo giorno e lo santificò, perché in esso Dio si riposò da tutta l'opera che aveva creata e fatta. 2:4 Queste sono le origini dei cieli e della terra quando furono creati. Nel giorno che Dio il SIGNORE fece la terra e i cieli, 2:5 non c'era ancora sulla terra alcun arbusto della campagna. Nessuna erba della campagna era ancora spuntata, perché Dio il SIGNORE non aveva fatto piovere sulla terra, e non c'era alcun uomo per coltivare il suolo; 2:6 ma un vapore saliva dalla terra e bagnava tutta la superficie del suolo. 2:7 Dio il SIGNORE formò l'uomo dalla polvere della terra, gli soffiò nelle narici un alito vitale e l'uomo divenne un'anima vivente. 2:8 Dio il SIGNORE piantò un giardino in Eden, a oriente, e vi pose l'uomo che aveva formato. 2:9 Dio il SIGNORE fece spuntare dal suolo ogni sorta d'alberi piacevoli a vedersi e buoni per nutrirsi, tra i quali l'albero della vita in mezzo al giardino e l'albero della conoscenza del bene e del male. 2:10 Un fiume usciva da Eden per irrigare il giardino, e di là si divideva in quattro bracci. 2:11 Il nome del primo è Pison, ed è quello che circonda tutto il paese di Avila, dove c'è l'oro; 2:12 e l'oro di quel paese è puro; qui si trovano pure il bdellio e l'ònice. 2:13 Il nome del secondo fiume è Ghion, ed è quello che circonda tutto il paese di Cus. 2:14 Il nome del terzo fiume è Chiddechel, ed è quello che scorre a Oriente dell'Assiria. Il quarto fiume è l'Eufrate. 2:15 Dio il SIGNORE prese dunque l'uomo e lo pose nel giardino di Eden perché lo lavorasse e lo custodisse. 2:16 Dio il SIGNORE ordinò all'uomo: «Mangia pure da ogni albero del giardino, 2:17 ma dell'albero della conoscenza del bene e del male non ne mangiare; perché nel giorno che tu ne mangerai, certamente morirai». 2:18 Poi Dio il SIGNORE disse: «Non è bene che l'uomo sia solo; io gli farò un aiuto che sia adatto a lui». 2:19 Dio il SIGNORE, avendo formato dalla terra tutti gli animali dei campi e tutti gli uccelli del cielo, li condusse all'uomo per vedere come li avrebbe chiamati, e perché ogni essere vivente portasse il nome che l'uomo gli avrebbe dato. 2:20 L'uomo diede dei nomi a tutto il bestiame, agli uccelli del cielo e ad ogni animale dei campi; ma per l'uomo non si trovò un aiuto che fosse adatto a lui. 2:21 Allora Dio il SIGNORE fece cadere un profondo sonno sull'uomo, che si addormentò; prese una delle costole di lui, e richiuse la carne al posto d'essa. 2:22 Dio il SIGNORE, con la costola che aveva tolta all'uomo, formò una donna e la condusse all'uomo. 2:23 L'uomo disse: «Questa, finalmente, è ossa delle mie ossa e carne della mia carne. Ella sarà chiamata donna perché è stata tratta dall'uomo». 2:24 Perciò l'uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie, e saranno una stessa carne. 2:25 L'uomo e sua moglie erano entrambi nudi e non ne avevano vergogna.
Genesi 2:7 Dio il SIGNORE formò l'uomo dalla polvere della terra, gli soffiò nelle narici un alito vitale e l'uomo divenne un'anima vivente.
Per i cattolici il concetto di uomo nel linguaggio biblico non evidenzia assolutamente la presenza di due o tre sostanze ma semplicemente di un’unità. “… una unità di anima e corpo” … così profonda da giungere a considerare l'anima come la “forma” del corpo, deducendo che materia e spirito non sono due, bensì un’unica natura (dal Catechismo della Chiesa Cattolica 1992, par. 365). Ciò è intuibile leggendo (Ge 2:71) in cui i tre significati di vita, anima e corpo sono armonizzati insieme. Anche se Paolo presenta una visione tricotomica dell’uomo (Ro 7:24 corpo2); (1 Co 15:44 anima3) e (Ro 5:5 spirito4), nella sua descrizione antropologica non è mai del tutto costante, infatti, egli lo individua il toto solo nell’azione santificante di Dio (1 Te 5:13; 2 Te 3:135).
Genesi 2:7 Dio il SIGNORE formò l'uomo dalla polvere della terra, gli soffiò nelle narici un alito vitale e l'uomo divenne un'anima vivente.
Romani 7:24 Me infelice! Chi mi libererà da questo corpo di morte?
1Corinzi 15:44 è seminato corpo naturale e risuscita corpo spirituale. Se c'è un corpo naturale, c'è anche un corpo spirituale.
Romani 5:5 Or la speranza non delude, perché l'amore di Dio è stato sparso nei nostri cuori mediante lo Spirito Santo che ci è stato dato.
1Tessalonicesi 5:13 e di tenerli in grande stima e di amarli a motivo della loro opera. Vivete in pace tra di voi. 2Tessalonicesi 3:13 Quanto a voi, fratelli, non vi stancate di fare il bene.
Dottrina cristologica eretica del V secolo sostenuta dal monaco Eutiche che sosteneva esserci, in Cristo la sola natura divina (mónç phýsis) (Gv1:1; Ro 9:5; Cl 2:9; Lc 1:351) poiché quella umana (Da 7:13; Mt 16:27-28; Mt 26:642) era stata, dalla stessa, assorbita. Non annientata ma trasformata. Tale dottrina fu condannata nel concilio di Calcedonia del 451 d.C.
Giovanni 1:1 Nel principio era la Parola, la Parola era con Dio, e la Parola era Dio. Romani 9:5 ai quali appartengono i padri e dai quali proviene, secondo la carne, il Cristo, che è sopra tutte le cose Dio benedetto in eterno. Amen! Colossesi 2:9 perché in lui abita corporalmente tutta la pienezza della Deità; Luca 1:35 L'angelo le rispose: «Lo Spirito Santo verrà su di te e la potenza dell'Altissimo ti coprirà dell'ombra sua; perciò, anche colui che nascerà sarà chiamato Santo, Figlio di Dio.
Daniele 7:13 Io guardavo, nelle visioni notturne, ed ecco venire sulle nuvole del cielo uno simile a un figlio d'uomo; egli giunse fino al vegliardo e fu fatto avvicinare a lui; Matteo 16:27 Perché il Figlio dell'uomo verrà nella gloria del Padre suo, con i suoi angeli, e allora renderà a ciascuno secondo l'opera sua. 16:28 In verità vi dico che alcuni di coloro che sono qui presenti non gusteranno la morte, finché non abbiano visto il Figlio dell'uomo venire nel suo regno». Matteo 26:64 Gesù gli rispose: «Tu l'hai detto; anzi vi dico che da ora in poi vedrete il Figlio dell'uomo seduto alla destra della Potenza, e venire sulle nuvole del cielo».