Dizionario Biblico

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Moltiplicazione, dei pani e dei pesci (1)

Questa locuzione identifica due tra i più grandi miracoli di Gesù (Mt 14:13-21; Mc 6:32-44; Lc 9:12-17; Gv 6:1-141) da Lui stesso, avallati (Mc 8:19-202). Il primo, presente in tutti gli Evangeli, e si è svolto in un luogo deserto nei pressi di Betsaida ove Gesù, mosso a compassione* dal coinvolgimento della folla, sfamò la moltitudine moltiplicando 5 pani d’orzo e 2 pesci. Con gli avanzi si riempirono 12 ceste. Il secondo, invece, riportato solo da Matteo (Mt 15:32-393) e da Marco (Mc 8:1-10%4&), pare si sia svolto alle fonti di Et-Tabgha nei pressi di Cafarnao, traendo l’alimento da 7 pani e alcuni pesciolini forniti da un giovane presente. Alla fine si contarono 7 canestri di rimasugli.

Matteo 14:13 Udito ciò, Gesù si ritirò di là in barca verso un luogo deserto, in disparte; le folle, saputolo, lo seguirono a piedi dalle città. 14:14 Gesù, smontato dalla barca, vide una gran folla; ne ebbe compassione e ne guarì gli ammalati. 14:15 Facendosi sera, i suoi discepoli si avvicinarono a lui e gli dissero: «Il luogo è deserto e l'ora è già passata; lascia dunque andare la folla nei villaggi a comprarsi da mangiare». 14:16 Ma Gesù disse loro: «Non hanno bisogno di andarsene; date loro voi da mangiare!» 14:17 Essi gli risposero: «Non abbiamo qui altro che cinque pani e due pesci». 14:18 Egli disse: «Portatemeli qua». 14:19 Dopo aver ordinato alla folla di accomodarsi sull'erba, prese i cinque pani e i due pesci e, alzati gli occhi verso il cielo, rese grazie; poi, spezzati i pani, li diede ai discepoli e i discepoli alla folla. 14:20 Tutti mangiarono e furono sazi; e si portarono via, dei pezzi avanzati, dodici ceste piene. 14:21 E quelli che avevano mangiato erano circa cinquemila uomini, oltre alle donne e ai bambini. Marco 6:32 Partirono dunque con la barca per andare in un luogo solitario in disparte. 6:33 Molti li videro partire e li riconobbero; e da tutte le città accorsero a piedi e giunsero là prima di loro. 6:34 Come Gesù fu sbarcato, vide una gran folla e ne ebbe compassione, perché erano come pecore che non hanno pastore; e si mise a insegnare loro molte cose. 6:35 Essendo già tardi, i discepoli gli si accostarono e gli dissero: «Questo luogo è deserto ed è già tardi; 6:36 lasciali andare, affinché vadano per le campagne e per i villaggi dei dintorni e si comprino qualcosa da mangiare». 6:37 Ma egli rispose: «Date loro voi da mangiare». Ed essi a lui: «Andremo noi a comprare del pane per duecento denari e daremo loro da mangiare?» 6:38 Egli domandò loro: «Quanti pani avete? Andate a vedere». Essi si accertarono e risposero: «Cinque, e due pesci». 6:39 Allora egli comandò loro di farli accomodare a gruppi sull'erba verde; 6:40 e si sedettero per gruppi di cento e di cinquanta. 6: 41 Poi Gesù prese i cinque pani e i due pesci, e, alzati gli occhi verso il cielo, benedisse e spezzò i pani, e li dava ai discepoli, affinché li distribuissero alla gente; e divise pure i due pesci fra tutti. 6:42 Tutti mangiarono e furono sazi, 6:43 e si portarono via dodici ceste piene di pezzi di pane, ed anche i resti dei pesci. 6:44 Quelli che avevano mangiato i pani erano cinquemila uomini. Luca 9:12 Or il giorno cominciava a declinare; e i dodici, avvicinatisi, gli dissero: «Lascia andare la folla, perché se ne vada per i villaggi e per le campagne vicine per trovarvi cena e alloggio, perché qui siamo in un luogo deserto». 9:13 Ma egli rispose: «Date loro voi da mangiare». Ed essi obiettarono: «Noi non abbiamo altro che cinque pani e due pesci; a meno che non andiamo noi a comprare dei viveri per tutta questa gente». 9:14 Perché c'erano cinquemila uomini. Ed egli disse ai suoi discepoli: «Fateli sedere a gruppi di una cinquantina». 9:15 E così li fecero accomodare tutti. 9:16 Poi Gesù prese i cinque pani e i due pesci, alzò lo sguardo al cielo e li benedisse, li spezzò e li diede ai suoi discepoli perché li distribuissero alla gente. 9:17 Tutti mangiarono a sazietà e dei pezzi avanzati si portarono via dodici ceste. Giovanni 6:1 Dopo queste cose Gesù se ne andò all'altra riva del mare di Galilea, cioè il mare di Tiberiade. 6:2 Una gran folla lo seguiva, perché vedeva i segni miracolosi che egli faceva sugli infermi. 6:3 Ma Gesù salì sul monte e là si pose a sedere con i suoi discepoli. 6:4 Or la Pasqua, la festa dei Giudei, era vicina. 6:5 Gesù dunque, alzati gli occhi e vedendo che una gran folla veniva verso di lui, disse a Filippo: «Dove compreremo del pane perché questa gente abbia da mangiare?» 6:6 Diceva così per metterlo alla prova; perché sapeva bene quello che stava per fare. 6:7 Filippo gli rispose: «Duecento denari di pani non bastano perché ciascuno ne riceva un pezzetto». 6:8 Uno dei suoi discepoli, Andrea, fratello di Simon Pietro, gli disse: 6:9 «C'è qui un ragazzo che ha cinque pani d'orzo e due pesci; ma che cosa sono per tanta gente?» 6:10 Gesù disse: «Fateli sedere». C'era molta erba in quel luogo. La gente dunque si sedette, ed erano circa cinquemila uomini. 6:11 Gesù, quindi, prese i pani e, dopo aver reso grazie, li distribuì alla gente seduta; lo stesso fece dei pesci, quanti ne vollero. 6:12 Quando furono saziati, disse ai suoi discepoli: «Raccogliete i pezzi avanzati, perché niente si perda». 6:13 Essi quindi li raccolsero e riempirono dodici ceste di pezzi che di quei cinque pani d'orzo erano avanzati a quelli che avevano mangiato. 6:14 La gente dunque, avendo visto il segno miracoloso che Gesù aveva fatto, disse: «Questi è certo il profeta che deve venire nel mondo». 6:15 Gesù, quindi, sapendo che stavano per venire a rapirlo per farlo re, si ritirò di nuovo sul monte, tutto solo.

Marco 8:19 Quando io spezzai i cinque pani per i cinquemila, quante ceste piene di pezzi raccoglieste?» Essi dissero: «Dodici». 8:20 «Quando spezzai i sette pani per i quattromila, quanti panieri pieni di pezzi raccoglieste?» Essi risposero: «Sette».

Matteo 15:32 Gesù, chiamati a sé i suoi discepoli, disse: «Io ho pietà di questa folla; perché già da tre giorni sta con me e non ha da mangiare; non voglio rimandarli digiuni, affinché non vengano meno per strada». 15:33 I discepoli gli dissero: «Dove potremmo trovare, in un luogo deserto, tanti pani da saziare una così gran folla?» 15:34 Gesù chiese loro: «Quanti pani avete?» Essi risposero: «Sette, e pochi pesciolini». 15:35 Allora egli ordinò alla folla di accomodarsi per terra. 15:36 Poi prese i sette pani e i pesci; e, dopo aver reso grazie, li spezzò e li diede ai discepoli, e i discepoli alla folla. 15:37 E tutti mangiarono e furono saziati; e, dei pezzi avanzati, si raccolsero sette panieri pieni. 15:38 Quelli che avevano mangiato erano quattromila uomini, senza contare le donne e i bambini. 15:39 E Gesù, dopo aver congedato la folla, salì nella barca e andò al paese di Magadan.

Marco 8:1 In quei giorni c'era di nuovo una folla grandissima, e poiché non avevano da mangiare, Gesù, chiamati a sé i discepoli, disse loro: 8:2 «Io ho pietà di questa gente; poiché da tre giorni sta con me e non ha da mangiare. 8:3 Se li rimando a casa digiuni, verranno meno per strada; perché alcuni di loro sono venuti da lontano». 8:4 I suoi discepoli gli risposero: «Come si potrebbe mai saziarli di pane qui, in un deserto?» 8:5 Egli domandò loro: «Quanti pani avete?» Essi dissero: «Sette». 8:6 Egli ordinò alla folla di accomodarsi per terra; e presi i sette pani, dopo aver reso grazie, li spezzò e diede ai discepoli perché li distribuissero alla folla; ed essi li distribuirono. 8:7 Avevano anche pochi pesciolini; ed egli, dopo aver detto la benedizione, comandò di distribuire anche quelli. 8:8 Tutti mangiarono e furono saziati; e dei pezzi avanzati si raccolsero sette panieri. 8:9 Erano circa quattromila persone. Poi Gesù li congedò. 8:10 E, subito, salito sulla barca con i suoi discepoli, andò dalle parti di Dalmanuta.

Moltiplicazione, dei pani e dei pesci (2)

Quali le implicanze? Possiamo scorgervi un aspetto messianico in cui la folla riconosce in Gesù il profeta che “deve venire”, tant’è che volevano farlo re (Gv 6:151). Vi si può individuare un aspetto ecclesiale nella collaborazione e servizio degli apostoli quali futuri ministri del cibo spirituale e, infine, un aspetto eucaristico implicando Gv 6:26-592. Questo è un segno in cui non bisogna soffermarsi a guardare il miracolo in sè stesso, bensì colui che il miracolo indica, infatti Gesù scavalca quelle che sono le leggi della natura e dimostra quello che è il lavoro della provvidenza*, infatti, la generosità si riproduce; la condivisione moltiplica il dono e l’amore si autoalimenta. D’altronde non è il solo caso di moltiplicazione e lo vediamo alle nozze di Cana di Galilea (Gv 2:1-11)3. Il numero 7, nella Bibbia, rappresenta il numero della pienezza e della spiritualità, mentre il numero 12, oltre alle lunazioni dell’anno, rappresenta l’elezione del popolo di Dio.

Giovanni 6:15 Gesù, quindi, sapendo che stavano per venire a rapirlo per farlo re, si ritirò di nuovo sul monte, tutto solo.

-Giovanni 6:26 Gesù rispose loro: «In verità, in verità vi dico che voi mi cercate, non perché avete visto dei segni miracolosi, ma perché avete mangiato dei pani e siete stati saziati. 6:27 Adoperatevi non per il cibo che perisce, ma per il cibo che dura in vita eterna e che il Figlio dell'uomo vi darà; poiché su di lui il Padre, cioè Dio, ha apposto il proprio sigillo». 6:28 Essi dunque gli dissero: «Che dobbiamo fare per compiere le opere di Dio?» 6:29 Gesù rispose loro: «Questa è l'opera di Dio: che crediate in colui che egli ha mandato». 6:30 Allora essi gli dissero: «Quale segno miracoloso fai, dunque, perché lo vediamo e ti crediamo? Che operi? 6:31 I nostri padri mangiarono la manna nel deserto, come è scritto: "Egli diede loro da mangiare del pane venuto dal cielo"». 6:32 Gesù disse loro: «In verità, in verità vi dico che non Mosè vi ha dato il pane che viene dal cielo, ma il Padre mio vi dà il vero pane che viene dal cielo. 6:33 Poiché il pane di Dio è quello che scende dal cielo, e dà vita al mondo». 6:34 Essi quindi gli dissero: «Signore, dacci sempre di questo pane». 6:35 Gesù disse loro: «Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà più fame e chi crede in me non avrà mai più sete. 6:36 Ma io ve l'ho detto: "Voi mi avete visto, eppure non credete!" 6:37 Tutti quelli che il Padre mi dà verranno a me; e colui che viene a me, non lo caccerò fuori; 6:38 perché sono disceso dal cielo non per fare la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato. 6:39 Questa è la volontà di colui che mi ha mandato: che io non perda nessuno di quelli che egli mi ha dati, ma che li risusciti nell'ultimo giorno. 6:40 Poiché questa è la volontà del Padre mio: che chiunque contempla il Figlio e crede in lui, abbia vita eterna; e io lo risusciterò nell'ultimo giorno». 6:41 Perciò i Giudei mormoravano di lui perché aveva detto: «Io sono il pane che è disceso dal cielo». 6:42 Dicevano: «Non è costui Gesù, il figlio di Giuseppe, del quale conosciamo il padre e la madre? Come mai ora dice: "Io sono disceso dal cielo"?» 6:43 Gesù rispose loro: «Non mormorate tra di voi. 6:44 Nessuno può venire a me se non lo attira il Padre, che mi ha mandato; e io lo risusciterò nell'ultimo giorno. 6:45 È scritto nei profeti: "Saranno tutti istruiti da Dio". Chiunque ha udito il Padre e ha imparato da lui, viene a me. 6:46 Perché nessuno ha visto il Padre, se non colui che è da Dio; egli ha visto il Padre. 6:47 In verità, in verità vi dico: chi crede in me ha vita eterna. 6:48 Io sono il pane della vita. 6:49 I vostri padri mangiarono la manna nel deserto e morirono. 6:50 Questo è il pane che discende dal cielo, affinché chi ne mangia non muoia. 6:51 Io sono il pane vivente, che è disceso dal cielo; se uno mangia di questo pane vivrà in eterno; e il pane che io darò per la vita del mondo è la mia carne». 6:52 I Giudei dunque discutevano tra di loro, dicendo: «Come può costui darci da mangiare la sua carne?» 6:53 Perciò Gesù disse loro: «In verità, in verità vi dico che se non mangiate la carne del Figlio dell'uomo e non bevete il suo sangue, non avete vita in voi. 6:54 Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha vita eterna; e io lo risusciterò nell'ultimo giorno. 6:55 Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue è vera bevanda. 6:56 Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue dimora in me, e io in lui. 6:57 Come il Padre vivente mi ha mandato e io vivo a motivo del Padre, così chi mi mangia vivrà anch'egli a motivo di me. 6:58 Questo è il pane che è disceso dal cielo; non come quello che i padri mangiarono e morirono; chi mangia di questo pane vivrà in eterno». 6:59 Queste cose disse Gesù, insegnando nella sinagoga di Capernaum.

Giovanni 2:1 Tre giorni dopo, ci fu una festa nuziale in Cana di Galilea, e c'era la madre di Gesù. 2:2 E Gesù pure fu invitato con i suoi discepoli alle nozze. 2:3 Venuto a mancare il vino, la madre di Gesù gli disse: «Non hanno più vino». 2:4 Gesù le disse: «Che c'è fra me e te, o donna? L'ora mia non è ancora venuta». 2:5 Sua madre disse ai servitori: «Fate tutto quel che vi dirà». 2:6 C'erano là sei recipienti di pietra, del tipo adoperato per la purificazione dei Giudei, i quali contenevano ciascuno due o tre misure. 2:7 Gesù disse loro: «Riempite d'acqua i recipienti». Ed essi li riempirono fino all'orlo. 2:8 Poi disse loro: «Adesso attingete e portatene al maestro di tavola». Ed essi gliene portarono. 2:9 Quando il maestro di tavola ebbe assaggiato l'acqua che era diventata vino (egli non ne conosceva la provenienza, ma la sapevano bene i servitori che avevano attinto l'acqua), chiamò lo sposo e gli disse: 2:10 «Ognuno serve prima il vino buono; e quando si è bevuto abbondantemente, il meno buono; tu, invece, hai tenuto il vino buono fino ad ora». 2:11 Gesù fece questo primo dei suoi segni miracolosi in Cana di Galilea, e manifestò la sua gloria, e i suoi discepoli credettero in lui.

Monarchianismo (dal greco monos – unico e archeo - principio)

Il Monarchianismo (modalisti) era un movimento teologico cristiano sorto in Asia Minore tra il II e III secolo che riconosceva Dio come un’unica persona (in forma di Padre nella creazione, di Figlio in terra, nella redenzione e di Spirito Santo nella santificazione) rinnegando, quindi, il concetto di Trinità e la natura divina di Cristo. Furono contemporanei degli Alogi ed ebbero anch’essi come avversari il teologo cristiano Tertulliano (155 – 222 d.C.) il teologo Ippolito di Roma (170 – 235 d.C.); il padre della chiesa Dionisio di Alessandria (190 – 265 d.C.) e il teologo greco Origene (185 – 254 d.C.). Vedi Modalismo*

Monergismo (dal greco mono - solo e ergo - opero)

Il monergismo, fortemente sostenuto dal teologo e vescovo romano Agostino da Ippona (354 - 430) di origine berbera, nella sua lotta contro il sinergismo pelagiano, è una dottrina teologica che sostiene come sia lo Spirito Santo ad agire attraverso la predicazione della Parola, il solo agente della salvezza nella nuova nascita, poiché l’uomo è assolutamente incapace di tendere alla santità e quindi alla propria rigenerazione. (Ef 2:3:101). Tale concetto sarà la base dei riformatori del XVI secolo. Vedi Pelagianesimo*

 

 

Efesini 2:3 Nel numero dei quali anche noi tutti vivevamo un tempo, secondo i desideri della nostra carne, ubbidendo alle voglie della carne e dei nostri pensieri; ed eravamo per natura figli d'ira, come gli altri. 2:4 Ma Dio, che è ricco in misericordia, per il grande amore con cui ci ha amati, 2:5 anche quando eravamo morti nei peccati, ci ha vivificati con Cristo (è per grazia che siete stati salvati), 2:6 e ci ha risuscitati con lui e con lui ci ha fatti sedere nel cielo in Cristo Gesù, 2:7 per mostrare nei tempi futuri l'immensa ricchezza della sua grazia, mediante la bontà che egli ha avuta per noi in Cristo Gesù. 2:8 Infatti è per grazia che siete stati salvati, mediante la fede; e ciò non viene da voi; è il dono di Dio. 2:9 Non è in virtù di opere affinché nessuno se ne vanti; 2:10 infatti siamo opera sua, essendo stati creati in Cristo Gesù per fare le opere buone, che Dio ha precedentemente preparate affinché le pratichiamo.

Monete giudaiche (dal latino moneta(m) – moneta e dal greco ioudaikós - giudeo)

Prima dell’esilio babilonese il commercio aveva, come contropartita l’oro (Ge 24:22; 1 R 10:14-17; 2 R 5:1-7; 1 Cr 21:21-251) e l’argento (Ge 37:28; Gc 16:5; 2 R 6:25; 2 R 6:25; Ca 8:112). Solo dopo il rientro si utilizzarono le prime monete, specie la dracma greca (Ne 7:70-72; Lc 15:8-93) e, di seguito, anche quelle romane (Lc 20:24-25; Mt 22:17-214) più valute potevano aver corso ma per ciò che coinvolgeva il Tempio, la sola valida era quella giudaica. Le pezzature da 1 e 2 lepton erano, praticamente, gli spiccioli; il siclo d’argento del Tempio, era l’unità monetaria (Mt 26:15; 27:3, 95).

 

Genesi 24:22 Quando i cammelli ebbero finito di bere, l'uomo prese un anello d'oro del peso di mezzo siclo, e due braccialetti del peso di dieci sicli d'oro, per i polsi di lei, e disse: 1Re 10:14 Il peso dell'oro che giungeva ogni anno a Salomone era di seicentosessantasei talenti, 10:15 oltre a quello che egli percepiva dai mercanti, dal traffico dei negozianti, da tutti i re d'Arabia e dai governatori del paese. 10:16 Il re Salomone fece fare duecento grandi scudi d'oro battuto, per ognuno dei quali impiegò seicento sicli d'oro, 10:17 e trecento scudi d'oro battuto più piccoli, per ognuno dei quali impiegò tre mine d'oro; e il re li mise nella casa detta «Foresta del Libano». Re 5:1 Naaman, capo dell'esercito del re di Siria, era un uomo tenuto in grande stima e onore presso il suo signore, perché per mezzo di lui il SIGNORE aveva reso vittoriosa la Siria; ma quest'uomo, forte e coraggioso, era lebbroso. 5:2 Alcune bande di Siri, in una delle loro incursioni, avevano portato prigioniera dal paese d'Israele una ragazza che era passata al servizio della moglie di Naaman. 5:3 La ragazza disse alla sua padrona: «Oh, se il mio signore potesse presentarsi al profeta che sta a Samaria! Egli lo libererebbe dalla sua lebbra!» 5:4 Naaman andò dal suo signore, e gli riferì la cosa, dicendo: «Quella ragazza del paese d'Israele ha detto così e così». 5:5 Il re di Siria gli disse: «Ebbene, va'; io manderò una lettera al re d'Israele». Egli dunque partì, prese con sé dieci talenti d'argento, seimila sicli d'oro, e dieci cambi di vestiario;5:6 e portò al re d'Israele la lettera, che diceva: «Quando questa lettera ti sarà giunta, saprai che ti mando Naaman, mio servitore, perché tu lo guarisca dalla sua lebbra». 5:7 Appena il re d'Israele lesse la lettera, si stracciò le vesti, e disse: «Io sono forse Dio, con il potere di far morire e vivere, ché costui mi chieda di guarire un uomo dalla lebbra? È cosa certa ed evidente che egli cerca pretesti contro di me». 1Cronache 21:21 Quando Davide giunse presso Ornan, Ornan guardò, e vide Davide; e, uscito dall'aia, si prostrò davanti a Davide con la faccia a terra. 21:22 Allora Davide disse a Ornan: «Dammi il terreno di quest'aia, perché io vi costruisca un altare al SIGNORE; dammelo per tutto il prezzo che vale, affinché il flagello cessi d'infierire sul popolo». 21:23 Ornan disse a Davide: «Prendilo, e il re, mio signore, faccia quello che pare bene ai suoi occhi; guarda, io ti do i buoi per gli olocausti, gli attrezzi per trebbiare come legna, e il grano per l'offerta; tutto ti do». 21:24 Ma il re Davide disse a Ornan: «No, io comprerò da te queste cose per il loro intero prezzo; poiché io non offrirò al SIGNORE ciò che è tuo, né offrirò un olocausto che non mi costi nulla». 21:25 E Davide diede a Ornan come prezzo del luogo il peso di seicento sicli d'oro;

Genesi 37:28 Come quei mercanti madianiti passavano, essi tirarono su Giuseppe, lo fecero salire dalla cisterna, e lo vendettero per venti sicli d'argento a quegl'Ismaeliti. Questi condussero Giuseppe in Egitto. Giudici 16:5 I prìncipi dei Filistei salirono da lei e le dissero: «Tentalo, e vedi da dove viene quella sua gran forza, e come potremmo prevalere contro di lui per giungere a legarlo e a domarlo; e ti daremo ciascuno millecento sicli d'argento». 2Re 6:25 Ci fu una grande carestia in Samaria, e i Siri l'assediarono in modo tale che una testa d'asino la si vendeva a ottanta sicli d'argento, e il quarto d'un cab di sterco di colombi, a cinque sicli d'argento. Cantico 8:11 Salomone aveva una vigna a Baal-Amon; egli affidò la vigna a dei guardiani, ognuno dei quali portava, come frutto, mille sicli d'argento.

Neemia 7:70 Alcuni dei capi famiglia offrirono dei doni per l'opera. Il governatore diede al tesoro mille dracme d'oro, cinquanta coppe, cinquecentotrenta vesti sacerdotali. 7:71 Tra i capi famiglia ce ne furono che diedero al tesoro dell'opera ventimila dracme d'oro e duemiladuecento mine d'argento. 7:72 Il resto del popolo diede ventimila dracme d'oro, duemila mine d'argento e sessantasette vesti sacerdotali. Luca 16:8 E il padrone lodò il fattore disonesto perché aveva agito con avvedutezza; poiché i figli di questo mondo, nelle relazioni con quelli della loro generazione, sono più avveduti dei figli della luce. 16:9 E io vi dico: fatevi degli amici con le ricchezze ingiuste; perché quando esse verranno a mancare, quelli vi ricevano nelle dimore eterne.

Luca 20:24 «Mostratemi un denaro; di chi porta l'effigie e l'iscrizione?» Ed essi dissero: «Di Cesare». 20:25 Ed egli a loro: «Rendete dunque a Cesare quello che è di Cesare, e a Dio quello che è di Dio». Matteo 22:17 Dicci dunque: Che te ne pare? È lecito, o no, pagare il tributo a Cesare?» 22:18 Ma Gesù, conoscendo la loro malizia, disse: «Perché mi tentate, ipocriti? 22:19 Mostratemi la moneta del tributo». Ed essi gli porsero un denaro. 22:20 Ed egli domandò loro: «Di chi è questa effigie e questa iscrizione?» 22:21 Gli risposero: «Di Cesare». E Gesù disse loro: «Rendete dunque a Cesare quello che è di Cesare, e a Dio quello che è di Dio».

Matteo 26:15 e disse loro: «Che cosa siete disposti a darmi, se io ve lo consegno?» Ed essi gli fissarono trenta sicli d'argento. Matteo 27:3 Allora Giuda, che l'aveva tradito, vedendo che Gesù era stato condannato, si pentì, e riportò i trenta sicli d'argento ai capi dei sacerdoti e agli anziani, Matteo 27:9 Allora si adempì quello che era stato detto dal profeta Geremia: «E presero i trenta sicli d'argento, il prezzo di colui che era stato venduto, come era stato valutato dai figli d'Israele,

Monete greche (dal latino moneta(m) – moneta e dal greco graikós – greco)

Gli imperi tolemaico e seleucida (III e II secolo a.C.) diffusero l’ellenizzazione della Giudea e della Palestina favorendo il circolo della moneta greca. L’unità monetaria era la dracma (At 19:13-191) dal peso e valore variabili secondo i luoghi; didramma = 2 dracme (Mt 17:24-272); statere = 4 dracme; 25 dracme; mina = 100 dracme (Lc 19:12-263); talento = 60 mine (Mt 25:14-28; Mc 12:154).

Atti 19:13 Or alcuni esorcisti itineranti giudei tentarono anch'essi d'invocare il nome del Signore Gesù su quelli che avevano degli spiriti maligni, dicendo: «Io vi scongiuro, per quel Gesù che Paolo annunzia». 19:14 Quelli che facevano questo erano sette figli di un certo Sceva, ebreo, capo sacerdote. 19:15 Ma lo spirito maligno rispose loro: «Conosco Gesù, e so chi è Paolo; ma voi chi siete?» 19:16 E l'uomo che aveva lo spirito maligno si scagliò su due di loro; e li trattò in modo tale che fuggirono da quella casa, nudi e feriti. 19:17 Questo fatto fu risaputo da tutti, Giudei e Greci, che abitavano a Efeso; e tutti furono presi da timore, e il nome del Signore Gesù era esaltato. 19:18 Molti di quelli che avevano creduto venivano a confessare e a dichiarare le cose che avevano fatte. 19:19 Fra quanti avevano esercitato le arti magiche molti portarono i loro libri, e li bruciarono in presenza di tutti; e, calcolatone il prezzo, trovarono che era di cinquantamila dramme d'argento.

Matteo 17:24 Quando furono giunti a Capernaum, quelli che riscotevano le didramme si avvicinarono a Pietro e dissero: «Il vostro maestro non paga le didramme?» 17:25 Egli rispose: «Sì». Quando fu entrato in casa, Gesù lo prevenne e gli disse: «Che te ne pare, Simone? I re della terra da chi prendono i tributi o l'imposta? Dai loro figli o dagli stranieri?» 17:26«Dagli stranieri», rispose Pietro. Gesù gli disse: «I figli, dunque, ne sono esenti. 17:27 Ma, per non scandalizzarli, va' al mare, getta l'amo e prendi il primo pesce che verrà su. Aprigli la bocca: troverai uno statère. Prendilo, e dàllo loro per me e per te».

Luca 19:12 Disse dunque: «Un uomo nobile se ne andò in un paese lontano per ricevere l'investitura di un regno e poi tornare. 19:13 Chiamati a sé dieci suoi servi, diede loro dieci mine e disse loro: "Fatele fruttare fino al mio ritorno". 19:14Or i suoi concittadini l'odiavano e gli mandarono dietro degli ambasciatori per dire: "Non vogliamo che costui regni su di noi".19:15 Quando egli fu tornato, dopo aver ricevuto l'investitura del regno, fece venire quei servi ai quali aveva consegnato il denaro, per sapere quanto ognuno avesse guadagnato mettendolo a frutto. 19:16 Si presentò il primo e disse: "Signore, la tua mina ne ha fruttate altre dieci". 19:17 Il re gli disse: "Va bene, servo buono; poiché sei stato fedele nelle minime cose, abbi potere su dieci città". 19:18 Poi venne il secondo, dicendo: "La tua mina, Signore, ha fruttato cinque mine". 19:19 Egli disse anche a questo: "E tu sii a capo di cinque città". 19:20 Poi ne venne un altro che disse: "Signore, ecco la tua mina che ho tenuta nascosta in un fazzoletto, 19:21 perché ho avuto paura di te che sei uomo duro; tu prendi quello che non hai depositato, e mieti quello che non hai seminato". 19:22 Il re gli disse: "Dalle tue parole ti giudicherò, servo malvagio! Tu sapevi che io sono un uomo duro, che prendo quello che non ho depositato e mieto quello che non ho seminato; 19:23perché non hai messo il mio denaro in banca, e io, al mio ritorno, lo avrei riscosso con l'interesse?" 19:24 Poi disse a coloro che erano presenti: "Toglietegli la mina e datela a colui che ha dieci mine". 19:25 Essi gli dissero: "Signore, egli ha dieci mine!" 19:26 "Io vi dico che a chiunque ha sarà dato; ma a chi non ha sarà tolto anche quello che ha.

Matteo 25:14 «Poiché avverrà come a un uomo il quale, partendo per un viaggio, chiamò i suoi servi e affidò loro i suoi beni. 25:15 A uno diede cinque talenti, a un altro due e a un altro uno, a ciascuno secondo la sua capacità; e partì. 25:16Subito, colui che aveva ricevuto i cinque talenti andò a farli fruttare, e ne guadagnò altri cinque. 25:17 Allo stesso modo, quello dei due talenti ne guadagnò altri due. 25:18 Ma colui che ne aveva ricevuto uno, andò a fare una buca in terra e vi nascose il denaro del suo padrone. 25:19 Dopo molto tempo, il padrone di quei servi ritornò a fare i conti con loro. 25:20Colui che aveva ricevuto i cinque talenti venne e presentò altri cinque talenti, dicendo: "Signore, tu mi affidasti cinque talenti: ecco, ne ho guadagnati altri cinque". 25:21 Il suo padrone gli disse: "Va bene, servo buono e fedele; sei stato fedele in poca cosa, ti costituirò sopra molte cose; entra nella gioia del tuo Signore". 25:22 Poi, si presentò anche quello dei due talenti e disse: "Signore, tu mi affidasti due talenti; ecco, ne ho guadagnati altri due". 25:23 Il suo padrone gli disse: "Va bene, servo buono e fedele, sei stato fedele in poca cosa, ti costituirò sopra molte cose; entra nella gioia del tuo Signore". 25:24 Poi si avvicinò anche quello che aveva ricevuto un talento solo, e disse: "Signore, io sapevo che tu sei un uomo duro, che mieti dove non hai seminato e raccogli dove non hai sparso; 25:25 ho avuto paura e sono andato a nascondere il tuo talento sotto terra; eccoti il tuo". 25:26 Il suo padrone gli rispose: "Servo malvagio e fannullone, tu sapevi che io mieto dove non ho seminato e raccolgo dove non ho sparso; 25:27 dovevi dunque portare il mio denaro dai banchieri; al mio ritorno avrei ritirato il mio con l'interesse. 25:28 Toglietegli dunque il talento e datelo a colui che ha i dieci talenti. Marco 12:15 Ma egli, conoscendo la loro ipocrisia, disse loro: «Perché mi tentate? Portatemi un denaro, ché io lo veda».

Monete romane (dal latino moneta(m) – moneta e românu(m) romano)

Pompeo nel 63 a.C. annette la Palestina all’impero romano dando luogo a una forte penetrazione della sua moneta. L’unità monetaria era il denaro d’argento. I sottomultipli erano: quadrante; asse = 4 quadranti; denaro = 16 assi (Mt 20:1-141); 2 denari (Lc 7:41-43; 10:30-372); 4 denari; 1 aureo = 25 denari; 4 aurei = 100 denari (Mt 18:23-333); 240 aurei = 6000 denari.

Matteo 20:1 «Il regno dei cieli è simile a un padron di casa, il quale, sul far del giorno, uscì a prendere a giornata degli uomini per lavorare la sua vigna. 20:2 Si accordò con i lavoratori per un denaro al giorno e li mandò nella sua vigna. 20:3Uscì di nuovo verso l'ora terza, ne vide altri che se ne stavano sulla piazza disoccupati, 20:4 e disse loro: "Andate anche voi nella vigna e vi darò quello che sarà giusto". Ed essi andarono. 20:5 Poi, uscito ancora verso la sesta e la nona ora, fece lo stesso. 20:6 Uscito verso l'undicesima, ne trovò degli altri in piazza e disse loro: "Perché ve ne state qui tutto il giorno inoperosi?" 20:7 Essi gli dissero: "Perché nessuno ci ha presi a giornata". Egli disse loro: "Andate anche voi nella vigna".20:8 Fattosi sera, il padrone della vigna disse al suo fattore: "Chiama i lavoratori e dà loro la paga, cominciando dagli ultimi fino ai primi". 20:9 Allora vennero quelli dell'undicesima ora e ricevettero un denaro ciascuno. 20:10 Venuti i primi, pensavano di ricever di più; ma ebbero anch'essi un denaro per ciascuno. 20:11 Perciò, nel riceverlo, mormoravano contro il padrone di casa dicendo: 20:12 "Questi ultimi hanno fatto un'ora sola e tu li hai trattati come noi che abbiamo sopportato il peso della giornata e sofferto il caldo". 20:13 Ma egli, rispondendo a uno di loro, disse: "Amico, non ti faccio alcun torto; non ti sei accordato con me per un denaro? 20:14 Prendi il tuo e vattene; ma io voglio dare a quest'ultimo quanto a te.

Luca 7:41 «Un creditore aveva due debitori; l'uno gli doveva cinquecento denari e l'altro cinquanta. 7:42 E poiché non avevano di che pagare condonò il debito a tutti e due. Chi di loro dunque lo amerà di più?» 7:43 Simone rispose: «Ritengo sia colui al quale ha condonato di più». Gesù gli disse: «Hai giudicato rettamente». Luca 10:30 Gesù rispose: «Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gerico, e s'imbatté nei briganti che lo spogliarono, lo ferirono e poi se ne andarono, lasciandolo mezzo morto. 10:31 Per caso un sacerdote scendeva per quella stessa strada; e lo vide, ma passò oltre dal lato opposto. 10:32 Così pure un Levita, giunto in quel luogo, lo vide, ma passò oltre dal lato opposto. 10:33 Ma un samaritano che era in viaggio, passandogli accanto, lo vide e ne ebbe pietà; 10:34 avvicinatosi, fasciò le sue piaghe, versandovi sopra olio e vino; poi lo mise sulla propria cavalcatura, lo condusse a una locanda e si prese cura di lui. 10:35 Il giorno dopo, presi due denari, li diede all'oste e gli disse: "Prenditi cura di lui; e tutto ciò che spenderai di più, te lo rimborserò al mio ritorno". 10:36 Quale di questi tre ti pare essere stato il prossimo di colui che s'imbatté nei ladroni?» 10:37 Quegli rispose: «Colui che gli usò misericordia». Gesù gli disse: «Va', e fa' anche tu la stessa cosa».

Matteo 18:23 Perciò il regno dei cieli è simile a un re che volle fare i conti con i suoi servi. 18:24 Avendo cominciato a fare i conti, gli fu presentato uno che era debitore di diecimila talenti. 18:25 E poiché quello non aveva i mezzi per pagare, il suo signore comandò che fosse venduto lui con la moglie e i figli e tutto quanto aveva, e che il debito fosse pagato. 18:26 Perciò il servo, gettatosi a terra, gli si prostrò davanti, dicendo: "Abbi pazienza con me e ti pagherò tutto". 18:27 Il signore di quel servo, mosso a compassione, lo lasciò andare e gli condonò il debito. 18:28 Ma quel servo, uscito, trovò uno dei suoi conservi che gli doveva cento denari; e, afferratolo, lo strangolava, dicendo: "Paga quello che devi!" 18:29 Perciò il conservo, gettatosi a terra, lo pregava dicendo: "Abbi pazienza con me, e ti pagherò". 18:30 Ma l'altro non volle; anzi andò e lo fece imprigionare, finché avesse pagato il debito. 18:31 I suoi conservi, veduto il fatto, ne furono molto rattristati e andarono a riferire al loro signore tutto l'accaduto. 18:32 Allora il suo signore lo chiamò a sé e gli disse: "Servo malvagio, io ti ho condonato tutto quel debito, perché tu me ne supplicasti; 18:33 non dovevi anche tu aver pietà del tuo conservo, come io ho avuto pietà di te?"

Monismo (dal greco mónos – solo, unico)

Il monismo è un concetto filosofico e teologico che accentra in un unico principio ontologico tutte le molteplicità apparenti delle esperienze dell’essere nella realtà. È un concetto tipico delle filosofie orientali (specie induismo e buddismo) che ricusa ogni concezione pluralistica. Sostanzialmente si suddivide in tre branchie: 1) il materialismo (tutto ciò che è un processo fisico è realtà); 2) l’idealismo (solo l’aspetto mentale è realtà), 3) il monismo neutro (racchiude l’aspetto fisico e mentale in una non meglio identificata forma di energia). Il filosofo tedesco Christian Wolff (1679 – 1754), pur basandosi sugli enunciati del filosofo greco Parmenide di Elea (V sec. a.C.), ne è l’autore più significativo. Per il cristianesimo, il monismo non rende possibile la distinzione tra Creatore e creazione (Ge capp. 1 e 21), tra corpo e anima, tra spirito e materia (Ge 2:72) e, anche se vi sono aspetti positivi nell’idealismo*, il tutto si risolve in una netta eresia.

Genesi 1:1 Nel principio Dio creò i cieli e la terra. 1:2 La terra era informe e vuota, le tenebre coprivano la faccia dell'abisso e lo Spirito di Dio aleggiava sulla superficie delle acque. 1:3 Dio disse: «Sia luce!» E luce fu. 1:4 Dio vide che la luce era buona; e Dio separò la luce dalle tenebre. 1:5 Dio chiamò la luce «giorno» e le tenebre «notte». Fu sera, poi fu mattina: primo giorno. 1:6 Poi Dio disse: «Vi sia una distesa tra le acque, che separi le acque dalle acque». 1:7 Dio fece la distesa e separò le acque che erano sotto la distesa dalle acque che erano sopra la distesa. E così fu. 1:8 Dio chiamò la distesa «cielo». Fu sera, poi fu mattina: secondo giorno. 1:9 Poi Dio disse: «Le acque che sono sotto il cielo siano raccolte in un unico luogo e appaia l'asciutto». E così fu. 1:10 Dio chiamò l'asciutto «terra», e chiamò la raccolta delle acque «mari». Dio vide che questo era buono. 1:11 Poi Dio disse: «Produca la terra della vegetazione, delle erbe che facciano seme e degli alberi fruttiferi che, secondo la loro specie, portino del frutto avente in sé la propria semenza, sulla terra». E così fu. 1:12 La terra produsse della vegetazione, delle erbe che facevano seme secondo la loro specie e degli alberi che portavano del frutto avente in sé la propria semenza, secondo la loro specie. Dio vide che questo era buono. 1:13 Fu sera, poi fu mattina: terzo giorno. 1:14 Poi Dio disse: «Vi siano delle luci nella distesa dei cieli per separare il giorno dalla notte; siano dei segni per le stagioni, per i giorni e per gli anni; 1:15 facciano luce nella distesa dei cieli per illuminare la terra». E così fu. 1:16 Dio fece le due grandi luci: la luce maggiore per presiedere al giorno e la luce minore per presiedere alla notte; e fece pure le stelle. 1:17 Dio le mise nella distesa dei cieli per illuminare la terra, 1:18 per presiedere al giorno e alla notte e separare la luce dalle tenebre. Dio vide che questo era buono. 1:19 Fu sera, poi fu mattina: quarto giorno. 1:20 Poi Dio disse: «Producano le acque in abbondanza esseri viventi, e volino degli uccelli sopra la terra per l'ampia distesa del cielo». 1:21 Dio creò i grandi animali acquatici e tutti gli esseri viventi che si muovono, e che le acque produssero in abbondanza secondo la loro specie, e ogni volatile secondo la sua specie. Dio vide che questo era buono. 1:22 Dio li benedisse dicendo: «Crescete, moltiplicatevi e riempite le acque dei mari, e si moltiplichino gli uccelli sulla terra». 1:23 Fu sera, poi fu mattina: quinto giorno. 1:24 Poi Dio disse: «Produca la terra animali viventi secondo la loro specie: bestiame, rettili e animali selvatici della terra, secondo la loro specie». E così fu. 1:25 Dio fece gli animali selvatici della terra secondo le loro specie, il bestiame secondo le sue specie e tutti i rettili della terra secondo le loro specie. Dio vide che questo era buono. 1:26 Poi Dio disse: «Facciamo l'uomo a nostra immagine, conforme alla nostra somiglianza, e abbiano dominio sui pesci del mare, sugli uccelli del cielo, sul bestiame, su tutta la terra e su tutti i rettili che strisciano sulla terra». 1:27 Dio creò l'uomo a sua immagine; lo creò a immagine di Dio; li creò maschio e femmina. 1:28 Dio li benedisse; e Dio disse loro: «Siate fecondi e moltiplicatevi; riempite la terra, rendetevela soggetta, dominate sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo e sopra ogni animale che si muove sulla terra». 1:29 Dio disse: «Ecco, io vi do ogni erba che fa seme sulla superficie di tutta la terra, e ogni albero fruttifero che fa seme; questo vi servirà di nutrimento. 1:30 A ogni animale della terra, a ogni uccello del cielo e a tutto ciò che si muove sulla terra e ha in sé un soffio di vita, io do ogni erba verde per nutrimento». E così fu. 1:31 Dio vide tutto quello che aveva fatto, ed ecco, era molto buono. Fu sera, poi fu mattina: sesto giorno. Genesi 2:1 Così furono compiuti i cieli e la terra e tutto l'esercito loro. 2:2 Il settimo giorno, Dio compì l'opera che aveva fatta, e si riposò il settimo giorno da tutta l'opera che aveva fatta. 2:3 Dio benedisse il settimo giorno e lo santificò, perché in esso Dio si riposò da tutta l'opera che aveva creata e fatta. 2:4 Queste sono le origini dei cieli e della terra quando furono creati. Nel giorno che Dio il SIGNORE fece la terra e i cieli, 2:5 non c'era ancora sulla terra alcun arbusto della campagna. Nessuna erba della campagna era ancora spuntata, perché Dio il SIGNORE non aveva fatto piovere sulla terra, e non c'era alcun uomo per coltivare il suolo; 2:6 ma un vapore saliva dalla terra e bagnava tutta la superficie del suolo. 2:7 Dio il SIGNORE formò l'uomo dalla polvere della terra, gli soffiò nelle narici un alito vitale e l'uomo divenne un'anima vivente. 2:8 Dio il SIGNORE piantò un giardino in Eden, a oriente, e vi pose l'uomo che aveva formato. 2:9 Dio il SIGNORE fece spuntare dal suolo ogni sorta d'alberi piacevoli a vedersi e buoni per nutrirsi, tra i quali l'albero della vita in mezzo al giardino e l'albero della conoscenza del bene e del male. 2:10 Un fiume usciva da Eden per irrigare il giardino, e di là si divideva in quattro bracci. 2:11 Il nome del primo è Pison, ed è quello che circonda tutto il paese di Avila, dove c'è l'oro; 2:12 e l'oro di quel paese è puro; qui si trovano pure il bdellio e l'ònice. 2:13 Il nome del secondo fiume è Ghion, ed è quello che circonda tutto il paese di Cus. 2:14 Il nome del terzo fiume è Chiddechel, ed è quello che scorre a Oriente dell'Assiria. Il quarto fiume è l'Eufrate. 2:15 Dio il SIGNORE prese dunque l'uomo e lo pose nel giardino di Eden perché lo lavorasse e lo custodisse. 2:16 Dio il SIGNORE ordinò all'uomo: «Mangia pure da ogni albero del giardino, 2:17 ma dell'albero della conoscenza del bene e del male non ne mangiare; perché nel giorno che tu ne mangerai, certamente morirai». 2:18 Poi Dio il SIGNORE disse: «Non è bene che l'uomo sia solo; io gli farò un aiuto che sia adatto a lui». 2:19 Dio il SIGNORE, avendo formato dalla terra tutti gli animali dei campi e tutti gli uccelli del cielo, li condusse all'uomo per vedere come li avrebbe chiamati, e perché ogni essere vivente portasse il nome che l'uomo gli avrebbe dato. 2:20 L'uomo diede dei nomi a tutto il bestiame, agli uccelli del cielo e ad ogni animale dei campi; ma per l'uomo non si trovò un aiuto che fosse adatto a lui. 2:21 Allora Dio il SIGNORE fece cadere un profondo sonno sull'uomo, che si addormentò; prese una delle costole di lui, e richiuse la carne al posto d'essa. 2:22 Dio il SIGNORE, con la costola che aveva tolta all'uomo, formò una donna e la condusse all'uomo. 2:23 L'uomo disse: «Questa, finalmente, è ossa delle mie ossa e carne della mia carne. Ella sarà chiamata donna perché è stata tratta dall'uomo». 2:24 Perciò l'uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie, e saranno una stessa carne. 2:25 L'uomo e sua moglie erano entrambi nudi e non ne avevano vergogna.

Genesi 2:7 Dio il SIGNORE formò l'uomo dalla polvere della terra, gli soffiò nelle narici un alito vitale e l'uomo divenne un'anima vivente.

Monismo cattolico (dal greco mónos – solo, unico e dal latino katholicu(m) - cattolico)

Per i cattolici il concetto di uomo nel linguaggio biblico non evidenzia assolutamente la presenza di due o tre sostanze ma semplicemente di un’unità. “… una unità di anima e corpo” … così profonda da giungere a considerare l'anima come la “forma” del corpo, deducendo che materia e spirito non sono due, bensì un’unica natura (dal Catechismo della Chiesa Cattolica 1992, par. 365). Ciò è intuibile leggendo (Ge 2:71) in cui i tre significati di vita, anima e corpo sono armonizzati insieme. Anche se Paolo presenta una visione tricotomica dell’uomo (Ro 7:24 corpo2); (1 Co 15:44 anima3) e (Ro 5:5 spirito4), nella sua descrizione antropologica non è mai del tutto costante, infatti, egli lo individua il toto solo nell’azione santificante di Dio (1 Te 5:13; 2 Te 3:135).

Genesi 2:7 Dio il SIGNORE formò l'uomo dalla polvere della terra, gli soffiò nelle narici un alito vitale e l'uomo divenne un'anima vivente.

Romani 7:24 Me infelice! Chi mi libererà da questo corpo di morte?

1Corinzi 15:44 è seminato corpo naturale e risuscita corpo spirituale. Se c'è un corpo naturale, c'è anche un corpo spirituale.

Romani 5:5 Or la speranza non delude, perché l'amore di Dio è stato sparso nei nostri cuori mediante lo Spirito Santo che ci è stato dato.

1Tessalonicesi 5:13 e di tenerli in grande stima e di amarli a motivo della loro opera. Vivete in pace tra di voi. 2Tessalonicesi 3:13 Quanto a voi, fratelli, non vi stancate di fare il bene.

Monofisismo (da monofisita: comp. da mono e phisis – unica natura)

Dottrina cristologica eretica del V secolo sostenuta dal monaco Eutiche che sosteneva esserci, in Cristo la sola natura divina (mónç phýsis) (Gv1:1; Ro 9:5; Cl 2:9; Lc 1:351) poiché quella umana (Da 7:13; Mt 16:27-28; Mt 26:642) era stata, dalla stessa, assorbita. Non annientata ma trasformata. Tale dottrina fu condannata nel concilio di Calcedonia del 451 d.C.

Giovanni 1:1 Nel principio era la Parola, la Parola era con Dio, e la Parola era Dio. Romani 9:5 ai quali appartengono i padri e dai quali proviene, secondo la carne, il Cristo, che è sopra tutte le cose Dio benedetto in eterno. Amen! Colossesi 2:9 perché in lui abita corporalmente tutta la pienezza della Deità; Luca 1:35 L'angelo le rispose: «Lo Spirito Santo verrà su di te e la potenza dell'Altissimo ti coprirà dell'ombra sua; perciò, anche colui che nascerà sarà chiamato Santo, Figlio di Dio.

Daniele 7:13 Io guardavo, nelle visioni notturne, ed ecco venire sulle nuvole del cielo uno simile a un figlio d'uomo; egli giunse fino al vegliardo e fu fatto avvicinare a lui; Matteo 16:27 Perché il Figlio dell'uomo verrà nella gloria del Padre suo, con i suoi angeli, e allora renderà a ciascuno secondo l'opera sua. 16:28 In verità vi dico che alcuni di coloro che sono qui presenti non gusteranno la morte, finché non abbiano visto il Figlio dell'uomo venire nel suo regno». Matteo 26:64 Gesù gli rispose: «Tu l'hai detto; anzi vi dico che da ora in poi vedrete il Figlio dell'uomo seduto alla destra della Potenza, e venire sulle nuvole del cielo».




 
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