Dizionario Biblico

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Paniere (dal latino panarǐum - paniere da pānis - pane )

Il paniere è, in genere, un cesto di vimini, intrecciato manualmente, di forma circolare, munito di un manico atto al trasporto, a braccetto, di pane (Es 29:2-31), carne (Gc 6:192), frutta (De 26:2; Gr 24:23), ortaggi e varie altre cose (Ge 40:174) . I panieri servivano per il trasporto delle varie offerte (Es 29:1-3, 32; Le 8:2, 26, 31; Nu 6:15, 17, 19; De 26:2, 45). Nella profezia di Amos, un paniere di frutti maturi, rappresenta la fine d’Israele (Am 8:1-26), mentre nei racconti delle moltiplicazioni dei pani rappresentano la pietà, la munificenza e la potenza di Dio (Mc 6:42-43; 8:8, 207).

Esodo 29:2 dei pani azzimi, delle focacce senza lievito impastate con olio e delle gallette senza lievito unte d'olio; farai tutte queste cose di fior di farina di grano. 29:3 Le metterai in un paniere e le offrirai nel paniere insieme al toro e ai due montoni.

Giudici 6:19 Allora Gedeone entrò in casa, preparò un capretto e, con un efa di farina, fece delle focacce azzime; mise la carne in un canestro, il brodo in una pentola, gli portò tutto sotto il terebinto e glielo offrì.

-Deuteronomio 26:2 prenderai delle primizie di tutti i frutti del suolo da te raccolti nel paese che il SIGNORE, il tuo Dio, ti dà, le metterai in un paniere e andrai al luogo che il SIGNORE, il tuo Dio, avrà scelto come dimora del suo nome. Geremia 24:2 Uno dei canestri conteneva dei fichi molto buoni, come sono i fichi primaticci; e l'altro canestro conteneva dei fichi molto cattivi, che non si potevano mangiare, tanto erano cattivi.

Genesi 40:17 nel canestro più alto c'era per il faraone ogni sorta di vivande cotte al forno; e gli uccelli le mangiavano dentro al canestro sul mio capo».

Esodo 29:1 «Questo è quello che farai per consacrarli a me come sacerdoti. Prendi un toro e due montoni senza difetto, 29:2 dei pani azzimi, delle focacce senza lievito impastate con olio e delle gallette senza lievito unte d'olio; farai tutte queste cose di fior di farina di grano. 29:3 Le metterai in un paniere e le offrirai nel paniere insieme al toro e ai due montoni. Esodo 29:32 Aaronne e i suoi figli mangeranno, all'ingresso della tenda di convegno, la carne del montone e il pane che sarà nel paniere. Levitico 8:2 «Prendi Aaronne e i suoi figli con lui, i paramenti, l'olio dell'unzione, il toro del sacrificio espiatorio, i due montoni e il paniere dei pani azzimi; Levitico 8:26 dal paniere dei pani azzimi, che era davanti al SIGNORE, prese una focaccia senza lievito, una focaccia di pasta intrisa d'olio e una galletta, e le pose sulle parti grasse e sulla coscia destra. Levitico 8:31 Poi Mosè disse ad Aaronne e ai suoi figli: «Fate cuocere la carne all'ingresso della tenda di convegno; la mangerete lì con il pane che è nel paniere della consacrazione, come ho ordinato, dicendo: Aaronne e i suoi figli la mangeranno. Numeri 5:15 quell'uomo condurrà la moglie dal sacerdote, e porterà un'offerta per lei: un decimo d'efa di farina d'orzo; non vi spanderà sopra olio né vi metterà sopra incenso, perché è un'oblazione di gelosia, un'oblazione commemorativa, destinata a ricordare un'iniquità. Numeri 5:17 Poi il sacerdote prenderà dell'acqua santa in un vaso di terra; prenderà pure della polvere che è sul piano del tabernacolo, e la metterà nell'acqua. Numeri 5:19 Il sacerdote farà giurare quella donna e le dirà: «Se nessun uomo si è unito a te, e se non ti sei sviata contaminandoti con un uomo, invece di tuo marito, quest'acqua amara che porta maledizione, non ti farà danno! Deuteronomio 26:2 prenderai delle primizie di tutti i frutti del suolo da te raccolti nel paese che il SIGNORE, il tuo Dio, ti dà, le metterai in un paniere e andrai al luogo che il SIGNORE, il tuo Dio, avrà scelto come dimora del suo nome. Deuteronomio 26:4 Il sacerdote prenderà il paniere dalle tue mani e lo deporrà davanti all'altare del SIGNORE tuo Dio,

Amos 8:1 Il Signore, DIO, mi fece vedere questo: C'era un paniere di frutti maturi. 8:2 Egli mi disse: «Amos, che cosa vedi?» Io risposi: «Un paniere di frutti maturi». E il SIGNORE mi disse: «Anche la fine del mio popolo Israele è matura; io non lo risparmierò più.

Marco 6:42 Tutti mangiarono e furono sazi, 6:43 e si portarono via dodici ceste piene di pezzi di pane, ed anche i resti dei pesci. Marco 8:8 Tutti mangiarono e furono saziati; e dei pezzi avanzati si raccolsero sette panieri. 8:20 «Quando spezzai i sette pani per i quattromila, quanti panieri pieni di pezzi raccoglieste?» Essi risposero: «Sette».

Panteismo (dal greco pân – pan- e théos - dio)

Il panteismo è una dottrina filosofico-religiosa che ritiene Dio come massimo principio unificante identificato nella natura del mondo, quindi, immanente (facente parte ma che non può sussistere al di fuori di quella sostanza) alla realtà ma effettivamente presente in ogni suo aspetto. Secondo questo pensiero tutto ciò che appare non è altro che una delle molteplici rivelazioni con cui Dio si manifesta. Il filosofo olandese B. Spinoza (1632-1677) ne fu il massimo esponente. La Bibbia insegna che Dio è creatore (Ge 1:1, 21, 271). Dio è amore (1 Gv 4:7-8; Gv 3:162). È e dà libertà (Ef 3:12; 1 Pt 2:163).

Genesi 1:1 Nel principio Dio creò i cieli e la terra. Genesi 1:21 Dio creò i grandi animali acquatici e tutti gli esseri viventi che si muovono, e che le acque produssero in abbondanza secondo la loro specie, e ogni volatile secondo la sua specie. Dio vide che questo era buono. Genesi 1:27 Dio creò l'uomo a sua immagine; lo creò a immagine di Dio; li creò maschio e femmina.

1Gv 4:7 Carissimi, amiamoci gli uni gli altri, perché l'amore è da Dio e chiunque ama è nato da Dio e conosce Dio. 4:8 Chi non ama non ha conosciuto Dio, perché Dio è amore. Giovanni 3:16 Perché Dio ha tanto amato il mondo, che ha dato il suo unigenito Figlio, affinché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia vita eterna.

Ef 3:12 nel quale abbiamo la libertà di accostarci a Dio, con piena fiducia, mediante la fede in lui. 1Pt 2:16 Fate questo come uomini liberi, che non si servono della libertà come di un velo per coprire la malizia, ma come servi di Dio.

Papa, origine del nome (dal greco pápas - padre)
Per la Chiesa cattolica, il papa è il vicario di Cristo in terra, successore diretto di Pietro. Pur se in origine non era un acronimo, il tempo gli ha conferito tale interpretazione: “Petri Apostoli Potestatem Accipiens” – “Dell’apostolo Pietro prendo il potere”. Inizialmente le varie comunità avevano un valore paritetico ma con il passare del tempo il “Vescovo di Roma” si arrogò il diritto di preminenza e nel 1073 pretese, in modo esclusivo, il titolo di “Papa” reclamando, senza alcun fondamento teologico (Mt 16:181), l’estensione della propria autorità oltre la sua diocesi, dimenticando, però, che la pietra di fondamento era Cristo e non Pietro (Ro 9:33; 1 Pt 2:82).

Matteo 16:18 E anch'io ti dico: tu sei Pietro, e su questa pietra [Gesù] edificherò la mia chiesa, e le porte del soggiorno dei morti non la potranno vincere.

Romani 9:33 come è scritto: «Ecco, io metto in Sion un sasso d'inciampo e una pietra di scandalo; ma chi crede in lui non sarà deluso». 1Pietro 2:8 pietra d'inciampo e sasso di ostacolo». Essi, essendo disubbidienti, inciampano nella parola; e a questo sono stati anche destinati.

Parabola (dal greco parabole – parabola)

Una metafora, breve racconto o illustrazione con un significato spirituale e/o morale. Gesù l’usava per insegnare i valori profondi servendosi di esempi tratti dalla vita quotidiana, per nascondere la verità e perfino la via della salvezza alle persone infedeli (Matt 13:10-121). Le parabole spesso esprimevano un giudizio contro lo spirito farisaico e ipocrita, contro la durezza di cuore.

Matteo 13:10 Allora i discepoli si avvicinarono e gli dissero: «Perché parli loro in parabole?» Egli rispose loro: «Perché a voi è dato di conoscere i misteri del regno dei cieli; ma a loro non è dato. 13:12 Perché a chiunque ha sarà dato, e sarà nell'abbondanza; ma a chiunque non ha sarà tolto anche quello che ha.

Paracleto o Paraclito (dal greco páraklëtos - invocato)

Attribuito allo Spirito Santo, acquisisce la valenza di avvocato, consolatore, protettore (Ro 5:3-51). Gesù avverte i Suoi della necessità della Sua partenza affinché possa essere mandato il Consolatore (Gv 16:72) ed Egli stesso prega affinché il Padre Lo mandi (Gv 14:163) e quando ciò sarà avvenuto (Gv 15:26-274) renderà, assieme a voi, testimonianza della verità che vi è stata annunciata (Eb 10:15-17; 1 Gv 5:95) Anche a Gesù è stato attribuito tale prezioso titolo (1 Gv 2:1-26).

Romani 5:3 non solo, ma ci gloriamo anche nelle afflizioni, sapendo che l'afflizione produce pazienza, 5:4 la pazienza esperienza, e l'esperienza speranza. 5:5 Or la speranza non delude, perché l'amore di Dio è stato sparso nei nostri cuori mediante lo Spirito Santo che ci è stato dato.

Giovanni 16:7 Eppure, io vi dico la verità: è utile per voi che io me ne vada; perché, se non me ne vado, non verrà a voi il Consolatore; ma se me ne vado, io ve lo manderò.

Giovanni 14:16 e io pregherò il Padre, ed Egli vi darà un altro consolatore, perché stia con voi per sempre,

Giovanni 15:26 Ma quando sarà venuto il Consolatore che io vi manderò da parte del Padre, lo Spirito della verità che procede dal Padre, egli testimonierà di me; 15:27 e anche voi mi renderete testimonianza, perché siete stati con me fin dal principio.

Ebrei 10:15 Anche lo Spirito Santo ce ne rende testimonianza. Infatti, dopo aver detto: 10:16 «Questo è il patto che farò con loro dopo quei giorni, dice il Signore, metterò le mie leggi nei loro cuori e le scriverò nelle loro menti», egli aggiunge: 10:17 «Non mi ricorderò più dei loro peccati e delle loro iniquità». 1 Giovanni 5:9 Se accettiamo la testimonianza degli uomini, la testimonianza di Dio è maggiore; e la testimonianza di Dio è quella che egli ha reso al Figlio suo.

1 Giovanni 2:1 Figlioli miei, vi scrivo queste cose perché non pecchiate; e se qualcuno ha peccato, noi abbiamo un avvocato presso il Padre: Gesù Cristo, il giusto. 2:2 Egli è il sacrificio propiziatorio per i nostri peccati, e non soltanto per i nostri, ma anche per quelli di tutto il mondo.

Paradigma (dal greco parádeigma - modello, esempio)

Il paradigma è un modello di riferimento fondamentale che regola una relazione tra due o più parti. Dall’A.T. potremmo trarre il patto tra Dio e l’umanità tramite Noè (Ge 9:12-171); tra Dio e Israele tramite Abramo (Ge 15:18; 17:2-19; Ro 4:13-172) e il patto esemplare della legge sinaitica (De 4:13-173); quello tra Dio, Davide e il popolo, con Dio in funzione di garante (1 Cr 17:1-144; â–º15-275) Nel N.T. un nuovo patto dispensato dallo Spirito (2 Co 3:6-96), basato sulla fede (Ga 4:21-317), in favore di tutti (At 10:44-478), è stato garantito da Cristo (Eb 10:15-179). Tipico il paradigma tra redenzione e salvezza che nella maggior parte del mondo protestante ha dato origine alla teoria della sostituzione penale da parte di Cristo.

Genesi 9:12 Dio disse: «Ecco il segno del patto che io faccio tra me e voi e tutti gli esseri viventi che sono con voi, per tutte le generazioni future. 9:13 Io pongo il mio arco nella nuvola e servirà di segno del patto fra me e la terra. 9:14 Avverrà che quando avrò raccolto delle nuvole al di sopra della terra, l'arco apparirà nelle nuvole; 9:15 io mi ricorderò del mio patto fra me e voi e ogni essere vivente di ogni specie, e le acque non diventeranno più un diluvio per distruggere ogni essere vivente. 9:16 L'arco dunque sarà nelle nuvole e io lo guarderò per ricordarmi del patto perpetuo fra Dio e ogni essere vivente, di qualunque specie che è sulla terra». 9:17 Dio disse a Noè: «Questo è il segno del patto che io ho stabilito fra me e ogni essere vivente che è sulla terra».

Genesi 15:18 In quel giorno il SIGNORE fece un patto con Abramo, dicendo: «Io do alla tua discendenza questo paese, dal fiume d'Egitto al gran fiume, il fiume Eufrate; Genesi 17:2 e io stabilirò il mio patto fra me e te e ti moltiplicherò grandemente». 17:3 Allora Abramo si prostrò con la faccia a terra e Dio gli parlò, dicendo: 17:4 «Quanto a me, ecco il patto che faccio con te; tu diventerai padre di una moltitudine di nazioni; 17:5 non sarai più chiamato Abramo, ma il tuo nome sarà Abraamo, poiché io ti costituisco padre di una moltitudine di nazioni. 17:6 Ti farò moltiplicare grandemente, ti farò divenire nazioni e da te usciranno dei re. 17:7 Stabilirò il mio patto fra me e te e i tuoi discendenti dopo di te, di generazione in generazione; sarà un patto eterno per il quale io sarò il Dio tuo e della tua discendenza dopo di te. 17:8 A te e alla tua discendenza dopo di te darò il paese dove abiti come straniero: tutto il paese di Canaan, in possesso perenne; e sarò loro Dio». 17:9 Poi Dio disse ad Abraamo: «Quanto a te, tu osserverai il mio patto: tu e la tua discendenza dopo di te, di generazione in generazione. 17:10 Questo è il mio patto che voi osserverete, patto fra me e voi e la tua discendenza dopo di te: ogni maschio tra di voi sia circonciso. 17:11 Sarete circoncisi; questo sarà un segno del patto fra me e voi. 17:12 All'età di otto giorni, ogni maschio sarà circonciso tra di voi, di generazione in generazione: tanto quello nato in casa, quanto quello comprato con denaro da qualunque straniero e che non sia della tua discendenza. 17:13 Quello nato in casa tua e quello comprato con denaro dovrà essere circonciso; il mio patto nella vostra carne sarà un patto perenne. 17:14 L'incirconciso, il maschio che non sarà stato circonciso nella carne del suo prepuzio, sarà tolto via dalla sua gente: egli avrà violato il mio patto». 17:15 Dio disse ad Abraamo: «Quanto a Sarai tua moglie, non la chiamare più Sarai; il suo nome sarà, invece, Sara. 17:16 Io la benedirò e da lei ti darò anche un figlio; la benedirò e diventerà nazioni; re di popoli usciranno da lei». 17:17 Allora Abraamo si prostrò con la faccia a terra, rise, e disse in cuor suo: «Nascerà un figlio a un uomo di cent'anni? E Sara partorirà ora che ha novant'anni?» 17:18 Abraamo disse a Dio: «Oh, possa almeno Ismaele vivere davanti a te!» 17:19 Dio rispose: «No, Sara, tua moglie, ti partorirà un figlio e tu gli metterai il nome di Isacco. Io stabilirò il mio patto con lui, un patto eterno per la sua discendenza dopo di lui. Romani 4:13 Infatti la promessa di essere erede del mondo non fu fatta ad Abraamo o alla sua discendenza in base alla legge, ma in base alla giustizia che viene dalla fede. 4:14 Perché, se diventano eredi quelli che si fondano sulla legge, la fede è resa vana e la promessa è annullata; 4:15 poiché la legge produce ira; ma dove non c'è legge, non c'è neppure trasgressione. 4:16 Perciò l'eredità è per fede, affinché sia per grazia; in modo che la promessa sia sicura per tutta la discendenza; non soltanto per quella che è sotto la legge, ma anche per quella che discende dalla fede d'Abraamo. Egli è padre di noi tutti 4:17 (com'è scritto: «Io ti ho costituito padre di molte nazioni») davanti a colui nel quale credette, Dio, che fa rivivere i morti, e chiama all'esistenza le cose che non sono.

Deuteronomio 4:13 Egli vi annunziò il suo patto, che vi comandò di osservare, cioè i dieci comandamenti, e li scrisse su due tavole di pietra. 4:14 A me, in quel tempo, il SIGNORE ordinò d'insegnarvi leggi e prescrizioni, perché voi le mettiate in pratica nel paese dove ora entrerete per prenderne possesso. 4:15 Siccome non vedeste nessuna figura il giorno che il SIGNORE vi parlò in Oreb dal fuoco, badate bene a voi stessi, 4:16 affinché non vi corrompiate e non vi facciate qualche scultura, la rappresentazione di qualche idolo, la figura di un uomo o di una donna, 4:17 la figura di uno degli animali della terra, la figura di un uccello che vola nei cieli,

1Cronache 17:1 Davide, quando si fu stabilito nella sua casa, disse al profeta Natan: «Ecco, io abito in una casa di cedro, e l'arca del patto del SIGNORE sta sotto una tenda». 17:2 Natan rispose a Davide: «Fa' tutto quello che hai in cuore di fare, poiché Dio è con te». 17:3 Ma quella stessa notte la parola di Dio fu rivolta a Natan in questi termini: 17:4 «Va' e di' al mio servo Davide: "Così dice il SIGNORE: Non sarai tu colui che mi costruirà una casa perché io vi abiti; 17:5 infatti io non ho abitato in una casa, dal giorno che feci uscire Israele dall'Egitto, fino a oggi; ma sono andato di tenda in tenda, di dimora in dimora. 17:6 Dovunque sono andato in mezzo a tutto Israele ho mai parlato a qualcuno dei giudici d'Israele ai quali avevo comandato di pascere il mio popolo, dicendogli: «Perché non mi costruite una casa di cedro?»" 17:7 Parlerai dunque così al mio servo Davide: "Così dice il SIGNORE degli eserciti: Io ti presi mentre seguivi le pecore al pascolo, perché tu fossi la guida d'Israele, mio popolo; 17:8 e sono stato con te dovunque sei andato, ho sterminato davanti a te tutti i tuoi nemici, e ho reso il tuo nome come quello dei grandi che sono sulla terra; 17:9 ho assegnato un posto a Israele, mio popolo, e gli ho fatto mettere radici perché abiti in casa sua e non sia più agitato, né seguitino i malvagi a farne scempio come prima, 17:10 e fin dal tempo in cui avevo stabilito dei giudici su Israele, mio popolo, io ho umiliato tutti i tuoi nemici; e ti annunzio che il SIGNORE ti costruirà una casa. 17:11 Quando i tuoi giorni saranno compiuti e tu te n'andrai a raggiungere i tuoi padri, io innalzerò al trono dopo di te la tua discendenza, uno dei tuoi figli, e stabilirò saldamente il suo regno. 17:12 Egli mi costruirà una casa, e io renderò stabile il suo trono per sempre. 17:13 Io sarò per lui un padre, ed egli mi sarà figlio; e non gli ritirerò la mia grazia, come l'ho ritirata da colui che ti ha preceduto. 17:14 Io lo renderò saldo per sempre nella mia casa e nel mio regno, e il suo trono sarà reso stabile per sempre"».

17:15 Natan parlò a Davide, secondo tutte queste parole e secondo tutta questa visione. 17:16 Allora il re Davide andò a presentarsi davanti al SIGNORE, e disse: «Chi sono io, o SIGNORE, Dio, e che cos'è la mia casa, che tu m'abbia fatto arrivare fino a questo punto? 17:17 Questo è parso ancora poca cosa ai tuoi occhi, o Dio; e tu hai parlato anche della casa del tuo servo per un lontano avvenire, e ti sei degnato di considerare me come se fossi uomo d'alto grado, o SIGNORE, Dio. 17:18 Che potrebbe Davide dirti di più riguardo all'onore che è fatto al tuo servo? Tu conosci il tuo servo. 17:19 SIGNORE, per amor del tuo servo e seguendo il tuo cuore, hai compiuto tutte queste grandi cose per rivelargli tutte le tue meraviglie. 17:20 SIGNORE, nessuno è pari a te, e non c'è altro Dio all'infuori di te, secondo tutto quello che abbiamo udito con i nostri orecchi. 17:21 E quale popolo è come il tuo popolo d'Israele, l'unica nazione sulla terra che Dio sia venuto a redimere per formarne il suo popolo, per farti un nome e per compiere cose grandi e tremende, scacciando delle nazioni davanti al tuo popolo che tu hai riscattato dall'Egitto? 17:22 Tu hai fatto del tuo popolo, Israele, il tuo popolo speciale per sempre; e tu, SIGNORE, sei diventato il suo Dio. 17:23 Ora, SIGNORE, la parola che tu hai pronunziata riguardo al tuo servo e alla sua casa rimanga stabile per sempre, e fa' come tu hai detto. 17:24 Sì, rimanga stabile, affinché il tuo nome sia lodato per sempre, e si dica: "Il SIGNORE degli eserciti, Dio d'Israele, è veramente un Dio per Israele; e la casa del tuo servo Davide sia stabile davanti a te!" 17:25 Poiché tu stesso, o mio Dio, hai rivelato al tuo servo di volergli costruire una casa. Perciò il tuo servo ha preso l'ardire di rivolgerti questa preghiera. 17:26 E ora, SIGNORE, tu sei Dio, e hai promesso questo bene al tuo servo. 17:27 Compiaciti dunque di benedire ora la casa del tuo servo, affinché essa sussista per sempre davanti a te! Poiché ciò che tu dici, SIGNORE, è benedetto per sempre».

2Corinzi 3:6 Egli ci ha anche resi idonei a essere ministri di un nuovo patto, non di lettera, ma di Spirito; perché la lettera uccide, ma lo Spirito vivifica. 3:7 Or se il ministero della morte, scolpito in lettere su pietre, fu glorioso, al punto che i figli d'Israele non potevano fissare lo sguardo sul volto di Mosè a motivo della gloria, che pur svaniva, del volto di lui, 3:8 quanto più sarà glorioso il ministero dello Spirito? 3:9 Se, infatti, il ministero della condanna fu glorioso, molto più abbonda in gloria il ministero della giustizia.

Galati 4:21 Ditemi, voi che volete essere sotto la legge, non prestate ascolto alla legge? 4:22 Infatti sta scritto che Abraamo ebbe due figli: uno dalla schiava e uno dalla donna libera; 4:23 ma quello della schiava nacque secondo la carne, mentre quello della libera nacque in virtù della promessa. 4:24 Queste cose hanno un senso allegorico; poiché queste donne sono due patti; uno, del monte Sinai, genera per la schiavitù, ed è Agar. 4:25 Infatti Agar è il monte Sinai in Arabia e corrisponde alla Gerusalemme del tempo presente, che è schiava con i suoi figli. 4:26 Ma la Gerusalemme di lassù è libera, ed è nostra madre. 4:27 Infatti sta scritto: «Rallègrati, sterile, che non partorivi! Prorompi in grida, tu che non avevi provato le doglie del parto! Poiché i figli dell'abbandonata saranno più numerosi di quelli di colei che aveva marito».4:28 Ora, fratelli, come Isacco, voi siete figli della promessa.4:29 E come allora colui che era nato secondo la carne perseguitava quello che era nato secondo lo Spirito, così succede anche ora.4:30 Ma che dice la Scrittura? Caccia via la schiava e suo figlio; perché il figlio della schiava non sarà erede con il figlio della donna libera. 4:31 Perciò, fratelli, noi non siamo figli della schiava, ma della donna libera.

Atti 10:44 Mentre Pietro parlava così, lo Spirito Santo scese su tutti quelli che ascoltavano la Parola. 10:45 E tutti i credenti circoncisi, che erano venuti con Pietro, si meravigliarono che il dono dello Spirito Santo fosse dato anche agli stranieri, 10:46 perché li udivano parlare in altre lingue e glorificare Dio. 10:47 Allora Pietro disse: «C'è forse qualcuno che possa negare l'acqua e impedire che siano battezzati questi che hanno ricevuto lo Spirito Santo come noi?»

Ebrei 10:15 Anche lo Spirito Santo ce ne rende testimonianza. Infatti, dopo aver detto: 10:16 «Questo è il patto che farò con loro dopo quei giorni, dice il Signore, metterò le mie leggi nei loro cuori e le scriverò nelle loro menti», egli aggiunge: 10:17 «Non mi ricorderò più dei loro peccati e delle loro iniquità».

Paradiso (da para-daeza – recinto – tratto dall’“Avesta”, un arcaico libro della religione zoroastriana, la cui lingua iranica si parlava nella regione omonima)

Dal N.T. è il luogo, o meglio, la condizione di eterna beatitudine, in cui le anime di quanti sono salvati, godono della presenza e completa comunione con Dio (Ap 2:71) in cui la Sua gloria compenetra e si esprime, in ogni atto, con un flusso di lode continua e adorazione eterna. Gli Ebrei non avevano dogmi in merito, alcuni, però, lo concepivano in due stadi in cui il primo, lo sheol o “seno di Abramo” (Lc 23:432), accoglieva le anime dei giusti appena defunti (Lc 16:223), in attesa della resurrezione. Gesù stesso vi andò (Ef 4:9-10; At 2:27, 31-324) ma … (At 10:40-41; 1 Co 15:205).

Apocalisse 2:7 Chi ha orecchi ascolti ciò che lo Spirito dice alle chiese. A chi vince io darò da mangiare dell'albero della vita, che è nel paradiso di Dio.

Luca 23:43 Gesù gli disse: «Io ti dico in verità che oggi tu sarai con me in paradiso».

Luca 16:22 Avvenne che il povero morì e fu portato dagli angeli nel seno di Abraamo; morì anche il ricco, e fu sepolto.

Efesini 4:9 Ora, questo «è salito» che cosa vuol dire se non che egli era anche disceso nelle parti più basse della terra? 4:10 Colui che è disceso, è lo stesso che è salito al di sopra di tutti i cieli, affinché riempisse ogni cosa. Atti 2:27 perché tu non lascerai l'anima mia nel soggiorno dei morti, e non permetterai che il tuo Santo subisca la decomposizione. Atti 2:31 previde la risurrezione di Cristo e ne parlò dicendo che non sarebbe stato lasciato nel soggiorno dei morti, e che la sua carne non avrebbe subito la decomposizione. 2:32 Questo Gesù, Dio lo ha risuscitato; di ciò, noi tutti siamo testimoni.

Atti 10:40 Ma Dio lo ha risuscitato il terzo giorno e volle che egli si manifestasse 10:41 non a tutto il popolo, ma ai testimoni prescelti da Dio; cioè a noi, che abbiamo mangiato e bevuto con lui dopo la sua risurrezione dai morti. 1Corinzi 15:20 Ma ora Cristo è stato risuscitato dai morti, primizia di quelli che sono morti.

Paradossi di Paolo nella 2a lettera ai Corinzi (dal greco parádoxon – contrario alla comune opinione comp. da para – presso, accanto e dóxa - opinione)

Leggendo in (2 Co 4:16-181) scopriamo che Dio usa l’afflizione per modellare Paolo e questi la muta in momentanea leggera sofferenza (1 Pt 4:1, 13-14; 2 Co 1:42). Ecco la stranezza: le sofferenze sono poca cosa se paragonate al peso eterno della gloria. In 2 Co 6:8-103. sono elencati nove paradossi. Paolo, privo di tutto, sopporta ogni cosa perché Dio lo sostiene (2 Co 4:7-94), nondimeno arricchisce molti (Ef 3:85). Sempre in (2 Co 12:106) scopriamo che nella debolezza, per la forza di Cristo, Paolo si sente spiritualmente forte. La potenza di Cristo (v. 97) contrapposta alla debolezza umana (2 Co 4:78) affinché la lode sia solo per Dio (2 Co 10:17-189). Anziché rimuovere la difficoltà Dio lo benedice in essa.

2Corinzi 4:16 Perciò non ci scoraggiamo; ma, anche se il nostro uomo esteriore si va disfacendo, il nostro uomo interiore si rinnova di giorno in giorno. 4:17 Perché la nostra momentanea, leggera afflizione ci produce un sempre più grande, smisurato peso eterno di gloria, 4:18 mentre abbiamo lo sguardo intento non alle cose che si vedono, ma a quelle che non si vedono; poiché le cose che si vedono sono per un tempo, ma quelle che non si vedono sono eterne.

1Pietro 4:1 Poiché dunque Cristo ha sofferto nella carne, anche voi armatevi dello stesso pensiero, che, cioè, colui che ha sofferto nella carne rinuncia al peccato, 1Pietro 4:13-14 Anzi, rallegratevi in quanto partecipate alle sofferenze di Cristo, perché anche al momento della rivelazione della sua gloria possiate rallegrarvi ed esultare. 4:14 Se siete insultati per il nome di Cristo, beati voi! Perché lo Spirito di gloria, lo Spirito di Dio, riposa su di voi. 2Corinzi 1:4 … il quale ci consola in ogni nostra afflizione, affinché, mediante la consolazione con la quale siamo noi stessi da Dio consolati, possiamo consolare quelli che si trovano in qualunque afflizione;

2Corinzi 6:8 … nella gloria e nell'umiliazione, nella buona e nella cattiva fama; considerati come impostori, eppure veritieri; 6:9 come sconosciuti, eppure ben conosciuti; come moribondi, eppure eccoci viventi; come puniti, eppure non messi a morte; 6:10 come afflitti, eppure sempre allegri; come poveri, eppure arricchendo molti; come non avendo nulla, eppure possedendo ogni cosa!

2Corinzi 4:7 La nostra speranza nei vostri riguardi è salda, sapendo che, come siete partecipi delle sofferenze, siete anche partecipi della consolazione. 4:8 Fratelli, non vogliamo che ignoriate, riguardo all'afflizione che ci colse in Asia, che siamo stati molto provati, oltre le nostre forze, tanto da farci disperare perfino della vita. 4:9 Anzi, avevamo già noi stessi pronunciato la nostra sentenza di morte, affinché non mettessimo la nostra fiducia in noi stessi, ma in Dio che risuscita i morti

Efesini 3:8 A me, dico, che sono il minimo fra tutti i santi, è stata data questa grazia di annunciare agli stranieri le insondabili ricchezze di Cristo

2Corinzi 12:10 Per questo mi compiaccio in debolezze, in ingiurie, in necessità, in persecuzioni, in angustie per amor di Cristo; perché, quando sono debole, allora sono forte.

2Corinzi 12:9 … ed egli mi ha detto: «La mia grazia ti basta, perché la mia potenza si dimostra perfetta nella debolezza». Perciò molto volentieri mi vanterò piuttosto delle mie debolezze, affinché la potenza di Cristo riposi su di me.

2Corinzi 4:7 Ma noi abbiamo questo tesoro in vasi di terra, affinché questa grande potenza sia attribuita a Dio e non a noi.

2 Corinzi 10:17-18 Ma chi si vanta, si vanti nel Signore. 10:18 Perché non colui che si raccomanda da sé è approvato, ma colui che il Signore raccomanda.

Paralipomeni (dal greco paraleipómena – letteralmente, cose ommesse – aggiungere)

I paralipomeni individuano qualcosa che è stata ommessa e che, pertanto, va integrata. I paralipomeni sono un’opera che è l’integrazione o la continuazione di una precedente. Per quanto concerne la Bibbia, i paralipomeni altri non sono che i libri delle Cronache suddivisi in due parti di cui la prima deputata alle genealogie da Adamo a Salomone; la seconda, invece, narra la storia del regno di Giuda da Davide fino alla fine della cattività. I libri delle Cronache sono il completamento dei libri dei Re.

Paralisi (dal greco paràlysis - paralisi)

Con tale termine si identifica un disturbo della funzione motoria attiva, parziale o totale, di alcuni muscoli scheletrici a seguito di lesioni nervose di una catena di neuroni della corteccia cerebrale o del midollo spinale causati da traumi cerebrali o spinali di vario genere (con o senza fuoriuscita di materiale cerebrale), emorragie cerebrali (per versamenti negli spazi e nei tessuti più o meno profondi), paralisi cerebrale (per lesioni o anomalie nel nascituro fino all’età di due anni, infezioni), atrofia muscolare (per immobilità o presenza di lesioni), neurofibromatosi (ereditaria, caratterizzata dall’insorgenza di tumori a livello del sistema nervoso), sindrome post poliomielitica (debolezza muscolare progressiva). La loro gravità dipende dal tratto interessato, centrale o periferico e si differenziano in: monoplegia (un solo arto coinvolto); emiplegia (metà del corpo); tetraplegia (i 4 arti); paraplegia (arti inferiori); diplegia (due parti simmetriche del corpo) e altre parti minori coinvolte. Le speranze per una migliore qualità di vita sono, ora, basate su una terapia genica che ripari, almeno in parte, i danni al midollo spinale.




 
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