Dizionario Biblico

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Paracleto o Paraclito (dal greco páraklëtos - invocato)

Attribuito allo Spirito Santo, acquisisce la valenza di avvocato, consolatore, protettore (Ro 5:3-51). Gesù avverte i Suoi della necessità della Sua partenza affinché possa essere mandato il Consolatore (Gv 16:72) ed Egli stesso prega affinché il Padre Lo mandi (Gv 14:163) e quando ciò sarà avvenuto (Gv 15:26-274) renderà, assieme a voi, testimonianza della verità che vi è stata annunciata (Eb 10:15-17; 1 Gv 5:95) Anche a Gesù è stato attribuito tale prezioso titolo (1 Gv 2:1-26).

Romani 5:3 non solo, ma ci gloriamo anche nelle afflizioni, sapendo che l'afflizione produce pazienza, 5:4 la pazienza esperienza, e l'esperienza speranza. 5:5 Or la speranza non delude, perché l'amore di Dio è stato sparso nei nostri cuori mediante lo Spirito Santo che ci è stato dato.

Giovanni 16:7 Eppure, io vi dico la verità: è utile per voi che io me ne vada; perché, se non me ne vado, non verrà a voi il Consolatore; ma se me ne vado, io ve lo manderò.

Giovanni 14:16 e io pregherò il Padre, ed Egli vi darà un altro consolatore, perché stia con voi per sempre,

Giovanni 15:26 Ma quando sarà venuto il Consolatore che io vi manderò da parte del Padre, lo Spirito della verità che procede dal Padre, egli testimonierà di me; 15:27 e anche voi mi renderete testimonianza, perché siete stati con me fin dal principio.

Ebrei 10:15 Anche lo Spirito Santo ce ne rende testimonianza. Infatti, dopo aver detto: 10:16 «Questo è il patto che farò con loro dopo quei giorni, dice il Signore, metterò le mie leggi nei loro cuori e le scriverò nelle loro menti», egli aggiunge: 10:17 «Non mi ricorderò più dei loro peccati e delle loro iniquità». 1 Giovanni 5:9 Se accettiamo la testimonianza degli uomini, la testimonianza di Dio è maggiore; e la testimonianza di Dio è quella che egli ha reso al Figlio suo.

1 Giovanni 2:1 Figlioli miei, vi scrivo queste cose perché non pecchiate; e se qualcuno ha peccato, noi abbiamo un avvocato presso il Padre: Gesù Cristo, il giusto. 2:2 Egli è il sacrificio propiziatorio per i nostri peccati, e non soltanto per i nostri, ma anche per quelli di tutto il mondo.

Paradigma (dal greco parádeigma – modello, esempio)

Il paradigma è un modello di riferimento fondamentale che regola una relazione tra due o più parti. Dall’A.T. potremmo trarre il patto tra Dio e l’umanità tramite Noè (Ge 9:12-171); tra Dio e Israele tramite Abramo (Ge 15:18; 17:2-19; Ro 4:13-172) e il patto esemplare della legge sinaitica (Dt 4:13-173); quello tra Dio, Davide e il popolo, con Dio in funzione di garante (1 Cr 17:1-144; ►15-275) Nel N.T. un nuovo patto dispensato dallo Spirito (2 Co 3:6-96), basato sulla fede (Ga 4:21-317), in favore di tutti (At 10:44-478), è stato garantito da Cristo (Eb 10:15-179). Tipico il paradigma tra redenzione e salvezza che nella maggior parte del mondo protestante ha dato origine alla teoria della sostituzione penale da parte di Cristo.

Genesi 9:12 Dio disse: «Ecco il segno del patto che io faccio tra me e voi e tutti gli esseri viventi che sono con voi, per tutte le generazioni future. 9:13 Io pongo il mio arco nella nuvola e servirà di segno del patto fra me e la terra. 9:14 Avverrà che quando avrò raccolto delle nuvole al di sopra della terra, l'arco apparirà nelle nuvole; 9:15 io mi ricorderò del mio patto fra me e voi e ogni essere vivente di ogni specie, e le acque non diventeranno più un diluvio per distruggere ogni essere vivente. 9:16 L'arco dunque sarà nelle nuvole e io lo guarderò per ricordarmi del patto perpetuo fra Dio e ogni essere vivente, di qualunque specie che è sulla terra». 9:17 Dio disse a Noè: «Questo è il segno del patto che io ho stabilito fra me e ogni essere vivente che è sulla terra».

Genesi 15:18 In quel giorno il SIGNORE fece un patto con Abramo, dicendo: «Io do alla tua discendenza questo paese, dal fiume d'Egitto al gran fiume, il fiume Eufrate; Genesi 17:2 e io stabilirò il mio patto fra me e te e ti moltiplicherò grandemente». 17:3 Allora Abramo si prostrò con la faccia a terra e Dio gli parlò, dicendo: 17:4 «Quanto a me, ecco il patto che faccio con te; tu diventerai padre di una moltitudine di nazioni; 17:5 non sarai più chiamato Abramo, ma il tuo nome sarà Abraamo, poiché io ti costituisco padre di una moltitudine di nazioni. 17:6 Ti farò moltiplicare grandemente, ti farò divenire nazioni e da te usciranno dei re. 17:7 Stabilirò il mio patto fra me e te e i tuoi discendenti dopo di te, di generazione in generazione; sarà un patto eterno per il quale io sarò il Dio tuo e della tua discendenza dopo di te. 17:8 A te e alla tua discendenza dopo di te darò il paese dove abiti come straniero: tutto il paese di Canaan, in possesso perenne; e sarò loro Dio». 17:9 Poi Dio disse ad Abraamo: «Quanto a te, tu osserverai il mio patto: tu e la tua discendenza dopo di te, di generazione in generazione. 17:10 Questo è il mio patto che voi osserverete, patto fra me e voi e la tua discendenza dopo di te: ogni maschio tra di voi sia circonciso. 17:11 Sarete circoncisi; questo sarà un segno del patto fra me e voi. 17:12 All'età di otto giorni, ogni maschio sarà circonciso tra di voi, di generazione in generazione: tanto quello nato in casa, quanto quello comprato con denaro da qualunque straniero e che non sia della tua discendenza. 17:13 Quello nato in casa tua e quello comprato con denaro dovrà essere circonciso; il mio patto nella vostra carne sarà un patto perenne. 17:14 L'incirconciso, il maschio che non sarà stato circonciso nella carne del suo prepuzio, sarà tolto via dalla sua gente: egli avrà violato il mio patto». 17:15 Dio disse ad Abraamo: «Quanto a Sarai tua moglie, non la chiamare più Sarai; il suo nome sarà, invece, Sara. 17:16 Io la benedirò e da lei ti darò anche un figlio; la benedirò e diventerà nazioni; re di popoli usciranno da lei». 17:17 Allora Abraamo si prostrò con la faccia a terra, rise, e disse in cuor suo: «Nascerà un figlio a un uomo di cent'anni? E Sara partorirà ora che ha novant'anni?» 17:18 Abraamo disse a Dio: «Oh, possa almeno Ismaele vivere davanti a te!» 17:19 Dio rispose: «No, Sara, tua moglie, ti partorirà un figlio e tu gli metterai il nome di Isacco. Io stabilirò il mio patto con lui, un patto eterno per la sua discendenza dopo di lui. Romani 4:13 Infatti la promessa di essere erede del mondo non fu fatta ad Abraamo o alla sua discendenza in base alla legge, ma in base alla giustizia che viene dalla fede. 4:14 Perché, se diventano eredi quelli che si fondano sulla legge, la fede è resa vana e la promessa è annullata; 4:15 poiché la legge produce ira; ma dove non c'è legge, non c'è neppure trasgressione. 4:16 Perciò l'eredità è per fede, affinché sia per grazia; in modo che la promessa sia sicura per tutta la discendenza; non soltanto per quella che è sotto la legge, ma anche per quella che discende dalla fede d'Abraamo. Egli è padre di noi tutti 4:17 (com'è scritto: «Io ti ho costituito padre di molte nazioni») davanti a colui nel quale credette, Dio, che fa rivivere i morti, e chiama all'esistenza le cose che non sono.

Deuteronomio 4:13 Egli vi annunziò il suo patto, che vi comandò di osservare, cioè i dieci comandamenti, e li scrisse su due tavole di pietra. 4:14 A me, in quel tempo, il SIGNORE ordinò d'insegnarvi leggi e prescrizioni, perché voi le mettiate in pratica nel paese dove ora entrerete per prenderne possesso. 4:15 Siccome non vedeste nessuna figura il giorno che il SIGNORE vi parlò in Oreb dal fuoco, badate bene a voi stessi, 4:16 affinché non vi corrompiate e non vi facciate qualche scultura, la rappresentazione di qualche idolo, la figura di un uomo o di una donna, 4:17 la figura di uno degli animali della terra, la figura di un uccello che vola nei cieli,

1Cronache 17:1 Davide, quando si fu stabilito nella sua casa, disse al profeta Natan: «Ecco, io abito in una casa di cedro, e l'arca del patto del SIGNORE sta sotto una tenda». 17:2 Natan rispose a Davide: «Fa' tutto quello che hai in cuore di fare, poiché Dio è con te». 17:3 Ma quella stessa notte la parola di Dio fu rivolta a Natan in questi termini: 17:4 «Va' e di' al mio servo Davide: "Così dice il SIGNORE: Non sarai tu colui che mi costruirà una casa perché io vi abiti; 17:5 infatti io non ho abitato in una casa, dal giorno che feci uscire Israele dall'Egitto, fino a oggi; ma sono andato di tenda in tenda, di dimora in dimora. 17:6 Dovunque sono andato in mezzo a tutto Israele ho mai parlato a qualcuno dei giudici d'Israele ai quali avevo comandato di pascere il mio popolo, dicendogli: «Perché non mi costruite una casa di cedro?»" 17:7 Parlerai dunque così al mio servo Davide: "Così dice il SIGNORE degli eserciti: Io ti presi mentre seguivi le pecore al pascolo, perché tu fossi la guida d'Israele, mio popolo; 17:8 e sono stato con te dovunque sei andato, ho sterminato davanti a te tutti i tuoi nemici, e ho reso il tuo nome come quello dei grandi che sono sulla terra; 17:9 ho assegnato un posto a Israele, mio popolo, e gli ho fatto mettere radici perché abiti in casa sua e non sia più agitato, né seguitino i malvagi a farne scempio come prima, 17:10 e fin dal tempo in cui avevo stabilito dei giudici su Israele, mio popolo, io ho umiliato tutti i tuoi nemici; e ti annunzio che il SIGNORE ti costruirà una casa. 17:11 Quando i tuoi giorni saranno compiuti e tu te n'andrai a raggiungere i tuoi padri, io innalzerò al trono dopo di te la tua discendenza, uno dei tuoi figli, e stabilirò saldamente il suo regno. 17:12 Egli mi costruirà una casa, e io renderò stabile il suo trono per sempre. 17:13 Io sarò per lui un padre, ed egli mi sarà figlio; e non gli ritirerò la mia grazia, come l'ho ritirata da colui che ti ha preceduto. 17:14 Io lo renderò saldo per sempre nella mia casa e nel mio regno, e il suo trono sarà reso stabile per sempre"».

17:15 Natan parlò a Davide, secondo tutte queste parole e secondo tutta questa visione. 17:16 Allora il re Davide andò a presentarsi davanti al SIGNORE, e disse: «Chi sono io, o SIGNORE, Dio, e che cos'è la mia casa, che tu m'abbia fatto arrivare fino a questo punto? 17:17 Questo è parso ancora poca cosa ai tuoi occhi, o Dio; e tu hai parlato anche della casa del tuo servo per un lontano avvenire, e ti sei degnato di considerare me come se fossi uomo d'alto grado, o SIGNORE, Dio. 17:18 Che potrebbe Davide dirti di più riguardo all'onore che è fatto al tuo servo? Tu conosci il tuo servo. 17:19 SIGNORE, per amor del tuo servo e seguendo il tuo cuore, hai compiuto tutte queste grandi cose per rivelargli tutte le tue meraviglie. 17:20 SIGNORE, nessuno è pari a te, e non c'è altro Dio all'infuori di te, secondo tutto quello che abbiamo udito con i nostri orecchi. 17:21 E quale popolo è come il tuo popolo d'Israele, l'unica nazione sulla terra che Dio sia venuto a redimere per formarne il suo popolo, per farti un nome e per compiere cose grandi e tremende, scacciando delle nazioni davanti al tuo popolo che tu hai riscattato dall'Egitto? 17:22 Tu hai fatto del tuo popolo, Israele, il tuo popolo speciale per sempre; e tu, SIGNORE, sei diventato il suo Dio. 17:23 Ora, SIGNORE, la parola che tu hai pronunziata riguardo al tuo servo e alla sua casa rimanga stabile per sempre, e fa' come tu hai detto. 17:24 Sì, rimanga stabile, affinché il tuo nome sia lodato per sempre, e si dica: "Il SIGNORE degli eserciti, Dio d'Israele, è veramente un Dio per Israele; e la casa del tuo servo Davide sia stabile davanti a te!" 17:25 Poiché tu stesso, o mio Dio, hai rivelato al tuo servo di volergli costruire una casa. Perciò il tuo servo ha preso l'ardire di rivolgerti questa preghiera. 17:26 E ora, SIGNORE, tu sei Dio, e hai promesso questo bene al tuo servo. 17:27 Compiaciti dunque di benedire ora la casa del tuo servo, affinché essa sussista per sempre davanti a te! Poiché ciò che tu dici, SIGNORE, è benedetto per sempre».

2Corinzi 3:6 Egli ci ha anche resi idonei a essere ministri di un nuovo patto, non di lettera, ma di Spirito; perché la lettera uccide, ma lo Spirito vivifica. 3:7 Or se il ministero della morte, scolpito in lettere su pietre, fu glorioso, al punto che i figli d'Israele non potevano fissare lo sguardo sul volto di Mosè a motivo della gloria, che pur svaniva, del volto di lui, 3:8 quanto più sarà glorioso il ministero dello Spirito? 3:9 Se, infatti, il ministero della condanna fu glorioso, molto più abbonda in gloria il ministero della giustizia.

Galati 4:21 Ditemi, voi che volete essere sotto la legge, non prestate ascolto alla legge? 4:22 Infatti sta scritto che Abraamo ebbe due figli: uno dalla schiava e uno dalla donna libera; 4:23 ma quello della schiava nacque secondo la carne, mentre quello della libera nacque in virtù della promessa. 4:24 Queste cose hanno un senso allegorico; poiché queste donne sono due patti; uno, del monte Sinai, genera per la schiavitù, ed è Agar. 4:25 Infatti Agar è il monte Sinai in Arabia e corrisponde alla Gerusalemme del tempo presente, che è schiava con i suoi figli. 4:26 Ma la Gerusalemme di lassù è libera, ed è nostra madre. 4:27 Infatti sta scritto: «Rallègrati, sterile, che non partorivi! Prorompi in grida, tu che non avevi provato le doglie del parto! Poiché i figli dell'abbandonata saranno più numerosi di quelli di colei che aveva marito».4:28 Ora, fratelli, come Isacco, voi siete figli della promessa.4:29 E come allora colui che era nato secondo la carne perseguitava quello che era nato secondo lo Spirito, così succede anche ora.4:30 Ma che dice la Scrittura? Caccia via la schiava e suo figlio; perché il figlio della schiava non sarà erede con il figlio della donna libera. 4:31 Perciò, fratelli, noi non siamo figli della schiava, ma della donna libera.

Atti 10:44 Mentre Pietro parlava così, lo Spirito Santo scese su tutti quelli che ascoltavano la Parola. 10:45 E tutti i credenti circoncisi, che erano venuti con Pietro, si meravigliarono che il dono dello Spirito Santo fosse dato anche agli stranieri, 10:46 perché li udivano parlare in altre lingue e glorificare Dio. 10:47 Allora Pietro disse: «C'è forse qualcuno che possa negare l'acqua e impedire che siano battezzati questi che hanno ricevuto lo Spirito Santo come noi?»

Ebrei 10:15 Anche lo Spirito Santo ce ne rende testimonianza. Infatti, dopo aver detto: 10:16 «Questo è il patto che farò con loro dopo quei giorni, dice il Signore, metterò le mie leggi nei loro cuori e le scriverò nelle loro menti», egli aggiunge: 10:17 «Non mi ricorderò più dei loro peccati e delle loro iniquità».

Paradiso (da para-daeza – recinto – tratto dall’“Avesta”, un arcaico libro della religione zoroastriana, la cui lingua iranica si parlava nella regione omonima)

Dal N.T. è il luogo, o meglio, la condizione di eterna beatitudine, in cui le anime di quanti sono salvati, godono della presenza e completa comunione con Dio (Ap 2:71) in cui la Sua gloria compenetra e si esprime, in ogni atto, con un flusso di lode continua e adorazione eterna. Gli Ebrei non avevano dogmi in merito, alcuni, però, lo concepivano in due stadi in cui il primo, lo sheol o “seno di Abramo” (Lc 23:432), accoglieva le anime dei giusti appena defunti (Lc 16:223), in attesa della resurrezione. Gesù stesso vi andò (Ef 4:9-10; At 2:27, 31-324) ma … (At 10:40-41; 1 Co 15:205).

Apocalisse 2:7 Chi ha orecchi ascolti ciò che lo Spirito dice alle chiese. A chi vince io darò da mangiare dell'albero della vita, che è nel paradiso di Dio.

Luca 23:43 Gesù gli disse: «Io ti dico in verità che oggi tu sarai con me in paradiso».

Luca 16:22 Avvenne che il povero morì e fu portato dagli angeli nel seno di Abraamo; morì anche il ricco, e fu sepolto.

Efesini 4:9 Ora, questo «è salito» che cosa vuol dire se non che egli era anche disceso nelle parti più basse della terra? 4:10 Colui che è disceso, è lo stesso che è salito al di sopra di tutti i cieli, affinché riempisse ogni cosa. Atti 2:27 perché tu non lascerai l'anima mia nel soggiorno dei morti, e non permetterai che il tuo Santo subisca la decomposizione. Atti 2:31 previde la risurrezione di Cristo e ne parlò dicendo che non sarebbe stato lasciato nel soggiorno dei morti, e che la sua carne non avrebbe subito la decomposizione. 2:32 Questo Gesù, Dio lo ha risuscitato; di ciò, noi tutti siamo testimoni.

Atti 10:40 Ma Dio lo ha risuscitato il terzo giorno e volle che egli si manifestasse 10:41 non a tutto il popolo, ma ai testimoni prescelti da Dio; cioè a noi, che abbiamo mangiato e bevuto con lui dopo la sua risurrezione dai morti. 1Corinzi 15:20 Ma ora Cristo è stato risuscitato dai morti, primizia di quelli che sono morti.

Paradossi di Paolo nella 2a lettera ai Corinzi (dal greco parádoxon – contrario alla comune opinione comp. da para – presso, accanto e dóxa - opinione)

Leggendo in (2 Co 4:16-181) scopriamo che Dio usa l’afflizione per modellare Paolo e questi la muta in momentanea leggera sofferenza (1 Pt 4:1, 13-14; 2 Co 1:42). Ecco la stranezza: le sofferenze sono poca cosa se paragonate al peso eterno della gloria. In 2 Co 6:8-103. sono elencati nove paradossi. Paolo, privo di tutto, sopporta ogni cosa perché Dio lo sostiene (2 Co 4:7-94), nondimeno arricchisce molti (Ef 3:85). Sempre in (2 Co 12:106) scopriamo che nella debolezza, per la forza di Cristo, Paolo si sente spiritualmente forte. La potenza di Cristo (v. 97) contrapposta alla debolezza umana (2 Co 4:78) affinché la lode sia solo per Dio (2 Co 10:17-189). Anziché rimuovere la difficoltà Dio lo benedice in essa.

2Corinzi 4:16 Perciò non ci scoraggiamo; ma, anche se il nostro uomo esteriore si va disfacendo, il nostro uomo interiore si rinnova di giorno in giorno. 4:17 Perché la nostra momentanea, leggera afflizione ci produce un sempre più grande, smisurato peso eterno di gloria, 4:18 mentre abbiamo lo sguardo intento non alle cose che si vedono, ma a quelle che non si vedono; poiché le cose che si vedono sono per un tempo, ma quelle che non si vedono sono eterne.

1Pietro 4:1 Poiché dunque Cristo ha sofferto nella carne, anche voi armatevi dello stesso pensiero, che, cioè, colui che ha sofferto nella carne rinuncia al peccato, 1Pietro 4:13-14 Anzi, rallegratevi in quanto partecipate alle sofferenze di Cristo, perché anche al momento della rivelazione della sua gloria possiate rallegrarvi ed esultare. 4:14 Se siete insultati per il nome di Cristo, beati voi! Perché lo Spirito di gloria, lo Spirito di Dio, riposa su di voi. 2Corinzi 1:4 … il quale ci consola in ogni nostra afflizione, affinché, mediante la consolazione con la quale siamo noi stessi da Dio consolati, possiamo consolare quelli che si trovano in qualunque afflizione;

2Corinzi 6:8 … nella gloria e nell'umiliazione, nella buona e nella cattiva fama; considerati come impostori, eppure veritieri; 6:9 come sconosciuti, eppure ben conosciuti; come moribondi, eppure eccoci viventi; come puniti, eppure non messi a morte; 6:10 come afflitti, eppure sempre allegri; come poveri, eppure arricchendo molti; come non avendo nulla, eppure possedendo ogni cosa!

2Corinzi 4:7 La nostra speranza nei vostri riguardi è salda, sapendo che, come siete partecipi delle sofferenze, siete anche partecipi della consolazione. 4:8 Fratelli, non vogliamo che ignoriate, riguardo all'afflizione che ci colse in Asia, che siamo stati molto provati, oltre le nostre forze, tanto da farci disperare perfino della vita. 4:9 Anzi, avevamo già noi stessi pronunciato la nostra sentenza di morte, affinché non mettessimo la nostra fiducia in noi stessi, ma in Dio che risuscita i morti

Efesini 3:8 A me, dico, che sono il minimo fra tutti i santi, è stata data questa grazia di annunciare agli stranieri le insondabili ricchezze di Cristo

2Corinzi 12:10 Per questo mi compiaccio in debolezze, in ingiurie, in necessità, in persecuzioni, in angustie per amor di Cristo; perché, quando sono debole, allora sono forte.

2Corinzi 12:9 … ed egli mi ha detto: «La mia grazia ti basta, perché la mia potenza si dimostra perfetta nella debolezza». Perciò molto volentieri mi vanterò piuttosto delle mie debolezze, affinché la potenza di Cristo riposi su di me.

2Corinzi 4:7 Ma noi abbiamo questo tesoro in vasi di terra, affinché questa grande potenza sia attribuita a Dio e non a noi.

2 Corinzi 10:17-18 Ma chi si vanta, si vanti nel Signore. 10:18 Perché non colui che si raccomanda da sé è approvato, ma colui che il Signore raccomanda.

Paralipomeni (dal greco paraleipómena – letteralmente, cose ommesse – aggiungere)

I paralipomeni individuano qualcosa che è stata ommessa e che, pertanto, va integrata. I paralipomeni sono un’opera che è l’integrazione o la continuazione di una precedente. Per quanto concerne la Bibbia, i paralipomeni altri non sono che i libri delle Cronache suddivisi in due parti di cui la prima deputata alle genealogie da Adamo a Salomone; la seconda, invece, narra la storia del regno di Giuda da Davide fino alla fine della cattività. I libri delle Cronache sono il completamento dei libri dei Re.

Paralisi (dal greco paràlysis - paralisi)

Con tale termine si identifica un disturbo della funzione motoria attiva, parziale o totale, di alcuni muscoli scheletrici a seguito di lesioni nervose di una catena di neuroni della corteccia cerebrale o del midollo spinale causati da traumi cerebrali o spinali di vario genere (con o senza fuoriuscita di materiale cerebrale), emorragie cerebrali (per versamenti negli spazi e nei tessuti più o meno profondi), paralisi cerebrale (per lesioni o anomalie nel nascituro fino all’età di due anni, infezioni), atrofia muscolare (per immobilità o presenza di lesioni), neurofibromatosi (ereditaria, caratterizzata dall’insorgenza di tumori a livello del sistema nervoso), sindrome post poliomielitica (debolezza muscolare progressiva). La loro gravità dipende dal tratto interessato, centrale o periferico e si differenziano in: monoplegia (un solo arto coinvolto); emiplegia (metà del corpo); tetraplegia (i 4 arti); paraplegia (arti inferiori); diplegia (due parti simmetriche del corpo) e altre parti minori coinvolte. Le speranze per una migliore qualità di vita sono, ora, basate su una terapia genica che ripari, almeno in parte, i danni al midollo spinale.

Paralitico di Capernaum, il

Soggetti: Gesù, ospite in una modesta casa di Capernaum, in Giudea; un uomo colpito da paralisi; quattro amici. Conosciamo il racconto descritto dai tre sinottici. Ci è detto che vista la calca e la conseguente impossibilità di raggiungere il Maestro, i quatto amici salirono sul tetto di paglia e fango, ne scoperchiarono una parte e vi calarono la lettiga. Probabilmente non sono stati solo l’amicizia e l’affetto a muovere quei cuori, bensì la certezza nel potere guaritore di Gesù, se il malato fosse giunto alla Sua presenza. Come possiamo chiamarla se non fede! Gesù vedutili, non poté non agire. Esordisce, però, in modo strano: “Coraggio! I tuoi peccati ti sono perdonati!”. Apriti cielo! I farisei presenti non aspettavano altro: “Ha bestemmiato!”. La loro incredulità li ha resi incapaci di comprendere che ciò che Gesù offriva era molto più grande e importante della guarigione fisica, infatti, non riconoscendo la Sua divinità, non potevano ammettere che facesse propria una qualità spettante unicamente a Dio. La guarigione del corpo era un problema secondario, ciò che a Gesù premeva era la guarigione del cuore!

Paralitico, guarigione di un (dal greco paralytikós da paralysis - paralisi)

Che si riferisce o che è colpito dalla paralisi. I sinottici ci riferiscono di questo primo miracolo avvenuto in Galilea nella cittadina di Capernaum sulla riva nord-occidentale del Mar di Galilea (Mt 9:1-8; Mc 2:1-12; Lc 5:17-261). Nella sinagoga dello stesso luogo avvenne la guarigione di un uomo dalla mano paralizzata (Mt 12:9-13; Mc 3:1-5; Lc 6:6-112). Durante un viaggio verso Gerusalemme (forse proveniente dalla Perea), Gesù, mentre, di sabato, insegnava in una sinagoga, vide una donna curva da 18 anni. Dopo averle imposto le mani la disse: “Donna sei libera dalla tua infermità!” (Lc 13:10:173). A Gerusalemme, invece, presso i cinque portici della piscina di Betesda (casa della misericordia), fu guarito un uomo infermo da 38 anni (Gv 5:1-154). Anche Pietro giunto in visita pastorale a Lidda (una ventina di chilometri da Ioppe) guarì un uomo di nome Enea, paralizzato da 8 anni (At 9:32-355).

Matteo 9:1 Gesù, entrato in una barca, passò all'altra riva e venne nella sua città. 9:2 Ed ecco gli portarono un paralitico disteso sopra un letto. Gesù, veduta la loro fede, disse al paralitico: «Figliolo, coraggio, i tuoi peccati ti sono perdonati». 9:3 Ed ecco alcuni scribi pensarono dentro di sé: «Costui bestemmia».9:4 Ma Gesù, conosciuti i loro pensieri, disse: «Perché pensate cose malvagie nei vostri cuori? 9:5 Infatti, che cos'è più facile, dire: "I tuoi peccati ti sono perdonati" o dire: "Àlzati e cammina"? 9:6 Ma, affinché sappiate che il Figlio dell'uomo ha sulla terra autorità di perdonare i peccati, àlzati», disse allora al paralitico, «prendi il tuo letto e va' a casa tua». 9:7 Ed egli si alzò e se ne andò a casa sua. 9:8 Visto ciò, la folla fu presa da timore e glorificò Dio, che aveva dato tale autorità agli uomini. Marco 2:1 Dopo alcuni giorni, Gesù entrò di nuovo in Capernaum. Si seppe che era in casa, 2:2 e si radunò tanta gente che neppure lo spazio davanti alla porta la poteva contenere. Egli annunciava loro la parola. 2:3 E vennero a lui alcuni con un paralitico portato da quattro uomini. 2:4 Non potendo farlo giungere fino a lui a causa della folla, scoperchiarono il tetto dalla parte dov'era Gesù; e, fattavi un'apertura, calarono il lettuccio sul quale giaceva il paralitico. 2:5 Gesù, veduta la loro fede, disse al paralitico: «Figliolo, i tuoi peccati ti sono perdonati». 2:6 Erano seduti là alcuni scribi e ragionavano così in cuor loro: 2:7 «Perché costui parla in questa maniera? Egli bestemmia! Chi può perdonare i peccati, se non uno solo, cioè Dio?» 2:8 Ma Gesù capì subito, con il suo spirito, che essi ragionavano così dentro di loro, e disse: «Perché fate questi ragionamenti nei vostri cuori? 2:9 Che cosa è più facile, dire al paralitico: "I tuoi peccati ti sono perdonati", oppure dirgli: "Àlzati, prendi il tuo lettuccio e cammina"? 2:10 Ma, affinché sappiate che il Figlio dell'uomo ha sulla terra autorità di perdonare i peccati, 2:11 io ti dico», disse al paralitico, «àlzati, prendi il tuo lettuccio, e vattene a casa tua». 2:12 Ed egli si alzò e, preso subito il lettuccio, se ne andò via in presenza di tutti; sicché tutti si stupivano e glorificavano Dio, dicendo: «Una cosa così non l'abbiamo mai vista». Luca 5:17 Un giorno Gesù stava insegnando; e c'erano, là seduti, dei farisei e dei dottori della legge, venuti da tutti i villaggi della Galilea, della Giudea e da Gerusalemme; e la potenza del Signore era con lui per compiere guarigioni. 5:18 Ed ecco degli uomini che portavano sopra un letto un uomo che era paralizzato, e cercavano di farlo entrare e di metterlo davanti a lui. 5:19 Non trovando modo d'introdurlo a causa della folla, salirono sul tetto e, fatta un'apertura fra le tegole, lo calarono giù con il suo lettuccio, in mezzo alla gente, davanti a Gesù. 5:20 Ed egli, veduta la loro fede, disse: «Uomo, i tuoi peccati ti sono perdonati». 5:21 Allora gli scribi e i farisei cominciarono a ragionare, dicendo: «Chi è costui che bestemmia? Chi può perdonare i peccati se non Dio solo?» 5:22 Ma Gesù, conosciuti i loro pensieri, disse loro: «Che cosa pensate nei vostri cuori? 5:23 Che cosa è più facile, dire: "I tuoi peccati ti sono perdonati", oppure dire: "Àlzati e cammina"? 5:24 Ora, affinché sappiate che il Figlio dell'uomo ha sulla terra il potere di perdonare i peccati, io ti dico», disse all'uomo paralizzato, «àlzati, prendi il tuo lettuccio e va' a casa tua». 5:25 E subito egli si alzò in loro presenza, prese il suo giaciglio e se ne andò a casa sua, glorificando Dio. 5:26 Tutti furono presi da stupore e glorificavano Dio; e, pieni di spavento, dicevano: «Oggi abbiamo visto cose straordinarie».

Matteo 12:9 Poi se ne andò, e giunse nella loro sinagoga 12:10 dove c'era un uomo che aveva una mano paralizzata. Allora essi, per poterlo accusare, fecero a Gesù questa domanda: «È lecito fare guarigioni in giorno di sabato?» 12:11 Ed egli disse loro: «Chi è colui tra di voi che, avendo una pecora, se questa cade in giorno di sabato in una fossa, non la prenda e la tiri fuori? 12:12 Certo un uomo vale molto più di una pecora! È dunque lecito far del bene in giorno di sabato». 12:13 Allora disse a quell'uomo: «Stendi la tua mano». Ed egli la stese, e la mano divenne sana come l'altra. Marco 3:1 Poi entrò di nuovo nella sinagoga; là stava un uomo che aveva la mano paralizzata. 3:2 E l'osservavano per vedere se lo avrebbe guarito in giorno di sabato, per poterlo accusare. 3:3 Egli disse all'uomo che aveva la mano paralizzata: «Àlzati là nel mezzo!» 3:4 Poi domandò loro: «È permesso, in un giorno di sabato, fare del bene o fare del male? Salvare una persona o ucciderla?» Ma quelli tacevano. 3:5 Allora Gesù, guardatili tutt'intorno con indignazione, rattristato per la durezza del loro cuore, disse all'uomo: «Stendi la mano!» Egli la stese, e la sua mano tornò sana. Luca 6:6 Un altro sabato egli entrò nella sinagoga e si mise a insegnare. C'era lì un uomo che aveva la mano destra paralizzata. 6:7 Gli scribi e i farisei lo osservavano per vedere se avrebbe fatto una guarigione di sabato, per trovare di che accusarlo. 6:8 Ma egli conosceva i loro pensieri e disse all'uomo che aveva la mano paralizzata: «Àlzati, e mettiti in mezzo!» Ed egli, alzatosi, stette in piedi. 6:9 Poi Gesù disse loro: «Io domando a voi: è lecito, di sabato, far del bene o far del male? Salvare una persona o ucciderla?» 6:10 E, girato lo sguardo intorno su tutti loro, disse a quell'uomo: «Stendi la mano!» Egli lo fece, e la sua mano fu guarita. 6:11 Ed essi furono pieni di furore e discutevano tra di loro su quello che avrebbero potuto fare a Gesù.

Luca 13:10 Gesù stava insegnando di sabato in una sinagoga. 13:11 Ecco una donna, che da diciotto anni aveva uno spirito che la rendeva inferma, ed era tutta curva e assolutamente incapace di raddrizzarsi. 13:12 Gesù, vedutala, la chiamò a sé e le disse: «Donna, tu sei liberata dalla tua infermità». 13:13 Pose le mani su di lei, e nello stesso momento ella fu raddrizzata e glorificava Dio. 13:14 Or il capo della sinagoga, indignato che Gesù avesse fatto una guarigione di sabato, disse alla folla: «Ci sono sei giorni nei quali si deve lavorare; venite dunque in quelli a farvi guarire, e non in giorno di sabato». 13:15 Ma il Signore gli rispose: «Ipocriti, ciascuno di voi non scioglie, di sabato, il suo bue o il suo asino dalla mangiatoia per condurlo a bere? 13:16 E questa, che è figlia di Abraamo, e che Satana aveva tenuto legata per ben diciotto anni, non doveva essere sciolta da questo legame in giorno di sabato?» 13:17 Mentre diceva queste cose, tutti i suoi avversari si vergognavano, e la moltitudine si rallegrava di tutte le opere gloriose da lui compiute.

Giovanni 5:1 Dopo queste cose ci fu una festa dei Giudei e Gesù salì a Gerusalemme. 5:2 Or a Gerusalemme, presso la porta delle Pecore, c'è una vasca, chiamata in ebraico Betesda, che ha cinque portici. 5:3 Sotto questi portici giaceva un gran numero d'infermi, di ciechi, di zoppi, di paralitici[, i quali aspettavano l'agitarsi dell'acqua; 5:4 perché un angelo scendeva nella vasca e metteva l'acqua in movimento; e il primo che vi scendeva dopo che l'acqua era stata agitata era guarito di qualunque malattia fosse colpito]. 5:5 Là c'era un uomo che da trentotto anni era infermo. 5:6 Gesù, vedutolo che giaceva e sapendo che già da lungo tempo stava così, gli disse: «Vuoi guarire?» 5:7 L'infermo gli rispose: «Signore, io non ho nessuno che, quando l'acqua è mossa, mi metta nella vasca, e mentre ci vengo io, un altro vi scende prima di me». 5:8 Gesù gli disse: «Àlzati, prendi il tuo lettuccio e cammina». 5:9 In quell'istante quell'uomo fu guarito; e, preso il suo lettuccio, si mise a camminare. 5:10 Quel giorno era un sabato; perciò i Giudei dissero all'uomo guarito: «È sabato, e non ti è permesso portare il tuo lettuccio». 5:11 Ma egli rispose loro: «Colui che mi ha guarito mi ha detto: "Prendi il tuo lettuccio e cammina"». 5:12 Essi gli domandarono: «Chi è l'uomo che ti ha detto: "Prendi il tuo lettuccio e cammina?"» 5:13 Ma colui che era stato guarito non sapeva chi fosse; Gesù infatti si era allontanato, perché in quel luogo c'era molta gente. 5:14 Più tardi Gesù lo trovò nel tempio, e gli disse: «Ecco, tu sei guarito; non peccare più, ché non ti accada di peggio». 5:15 L'uomo se ne andò, e disse ai Giudei che colui che l'aveva guarito era Gesù.

Atti 9:32 Avvenne che mentre Pietro andava a far visita a tutti si recò anche dai santi residenti a Lidda. 9:33 Là trovò un uomo di nome Enea, che da otto anni giaceva paralitico in un letto. 9:34 Pietro gli disse: «Enea, Gesù Cristo ti guarisce; àlzati e rifatti il letto». Egli subito si alzò. 9:35 E tutti gli abitanti di Lidda e di Saron lo videro e si convertirono al Signore.

Parallelismo (dal greco parallelos – comp. da para – presso e allelos – l’un l’altro)

Il parallelismo è una figura retorica tipica della poesia ebraica che si articola in modo da disporre le parole di un secondo enunciato, nello stesso ordine, ma espresse con parole diverse al fine di formare una ripetizione di quanto già detto. Eccone un esempio tratto da Ge 4:231. Primo verso: “Ada e Zilla (1° emistichio = prima metà del verso), ascoltate la mia voce” seconda metà del verso; secondo verso “mogli di Lamec (riferito al 1° emistichio precedente) porgete orecchio alla mia voce (riferito al secondo emistichio precedente. Sì, io ho ucciso un uomo perché mi ha ferito) e un giovane perché mi ha contuso”. Eccone un altro bellissimo: “I cieli raccontano la gloria di Dio e il firmamento annuncia l’opera delle sue mani. Un giorno rivolge parole all’altro, una notte comunica conoscenza all’altra (Sl 19:1-22).

Genesi 4:23 Lamec disse alle sue mogli: «Ada e Zilla, ascoltate la mia voce; mogli di Lamec, porgete orecchio al mio dire! Sì, io ho ucciso un uomo perché mi ha ferito, e un giovane perché mi ha contuso.

Salmi 19:1 I cieli raccontano la gloria di Dio e il firmamento annunzia l'opera delle sue mani. 19:2 Un giorno rivolge parole all'altro, una notte comunica conoscenza all'altra.

Parasceve (dal greco paraskeve - preparazione)

Per gli Ebrei era il giorno che precedeva le festività (sabato o altre), dedicato alla preparazione degli alimenti necessari per quello successivo in cui era assolutamente vietata ogni attività (Le 23:31) compresa l’accensione del fuoco (Es 35:32). A partire dal N.T. (Mc 15:42; Gv19:313), con l’avvento del cristianesimo, questo termine si è andato, via via, identificandosi con il “venerdì santo”, giornata di passione e morte di Gesù, precedente la Pasqua (Gv 19:144).

Levitico 23:3 Per sei giorni si attenderà al lavoro; ma il settimo giorno è sabato, giorno di completo riposo e di santa convocazione. Non farete in esso nessun lavoro; è un riposo consacrato al SIGNORE in tutti i luoghi dove abiterete.

Esodo 35:3 Non accenderete il fuoco in nessuna delle vostre abitazioni il giorno del sabato».

Marco 15:42 Essendo già sera (poiché era la Preparazione, cioè la vigilia del sabato), Giovanni 19:31 Allora i Giudei, perché i corpi non rimanessero sulla croce durante il sabato (poiché era la Preparazione e quel sabato era un gran giorno), chiesero a Pilato che fossero loro spezzate le gambe, e fossero portati via.

Giovanni 19:14 Era la preparazione della Pasqua, ed era l'ora sesta. Egli disse ai Giudei: «Ecco il vostro re!»




 
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